Beaujolais: dove la grande sfida è il vino naturale

beaujolais chateau-grand-pré

In Beaujolais la vigna è una sfida. Il gobelet è perfido, ti obbliga a stare chino, schiena spezzata a strappare le erbacce e a potare a mano le “corna” dell’alberello.

gobeletCerto è che la soluzione è diserbare, espiantare e mettere il cordone. Tuttavia c’è chi si oppone a tutto questo e persevera nella tradizione e cerca alternative di sostenibilità.

barrique zordan bertrandsGirando per i cru del Beaujolais mi imbatto in due vigneron che condividono la cantina. Si tratta di Les Bertrand e Château Grand Pré.

Les Bertrand e Château Grand Pré

Les Bertrand sono una famiglia che ha voluto intraprendere la strada della biodinamica. La vigna è curata come una figlia senza alcun trattamento, eccezion fatta per tisane da estratti vegetali di ortica e bardana.

Château Grand Préclaude zordan, della famiglia Zordan, dal cognome di chiara origine veneta, condivide la cantina con i Bertrand ed ha una sala di degustrazione confinante. Mi accoglie Claude, con l’empatia di un vecchio amico di bevute.

È lui a raccontarmi delle vendemmie perse degli ultimi due anni e della necessità di acquistare l’uva da terzi, pur nel rispetto dell’agricoltura biologica. Stessa sorte è toccata ai vicini Bertrand. La grandine ha devastato le vigne di Fleurie.

Le vigne si estendono tutt’intorno alla casa e sono belle, soprattutto alla luce dei parchi raggi del sole che bucano la grigia coltre delle nubi di questo inverno d’inizio anno.

La cantina è essenziale, con le sue vasche di cemento per la fermentazione semicarbonica e una piccola barricaia. Fuori, in un container a temperatura controllata, lo “sputnik”, Claude mi racconta dell’esperimento in corso per vinificare lo chardonnay in stile borgognone e, come in Borgogna, mi invita a bere dalla botte sia il vino che il mosto ancora in fermentazione.

I vini di les Bertrands sono austeri, spessi, di grande corpo e olfattivamente bisognosi di tempo per aprirsi. Più immediati i vini di Zordan, tra cui spiccano un interessante Fleurie Cuveé Spaciale, fine più corposo del consueto, e un ottimo Morgon, di grande corpo e con un naso importante di frutti in confettura, bocca fresca e tannini ruspanti.

Domaine des Ronze

ABGiungo a Régnié-Durette e incontro Frederic Sornin, vignaiolo indipendente al Domaine des Ronze. Mi racconta delle sue vigne, del lavoro manuale e di come sia duro mantenere l’equilibrio naturale.

beaujolais domaine des ronzeAnche Frederic lavora in biologico in vigna e in cantina. Il suo sogno è crescere in modo organico per promettere un futuro al figlio quattordicenne Victor che già lo affianca.

Gli chiedo se affitta camere o fa altre attività ricettive. No, mi risponde, non ce n’è il tempo. La vigna lo prende tutto. Magari, in futuro, chissà.

Assaggio il bianco che sta vinificando sui terreni di quello che si spera potrà essere il primo cru del Beaujolais dedicato allo chardonnay, il Lantignié e, soprattutto il Régnié, effetto “bottiglia col buco”, foss’anche per il fatto che l’abbiamo bevuta, anche qui, in un clima empatico raro.

 

 

Rispondi