Tour Enogastronomico in Langa

Langhe - gita enogastronomica - Chiesetta di Coazzolo decorata da Tremlett

Il turismo enogastronomico sta andando per la maggiore, perché non provare a farlo accompagnato? E così, seppure un po’ raffreddato (ma per fortuna con l’olfatto ancora decente), mi avvio con la moglie a provare questa per me nuova esperienza.
Ritrovo al piazzale del Castello di Grinzane Cavour, piena Langa: la storia del Barolo nasce qui grazie a Camillo Benso, ai più noto come artefice politico dell’unità d’Italia.

Siamo in 10 compresa la guida, Ilenia Colucci, responsabile di Wine More Time: una giovane mamma piena di vitalità, esuberante senza essere invadente, che dimostra competenza e sa essere coinvolgente.

Destinazione: tre piccole cantine tra Alta Langa e Langa Astigiana/Monferrato.

L’azienda Cardelli è ad Albareto, oltre 500 metri sul livello del mare: 5 ettari vitati, di cui solo una parte vinificata in proprio. Una piccola e giovane realtà che punta sul Dolcetto d’Alba, ma produce anche Barbera e Chardonnay. Vini piacevoli, di pronta beva, a prezzi molto contenuti: il dolcetto, con le sue note fruttate, ben si abbina ad una buona toma di capra che ci viene gentilmente offerta.
E qui la prima sorpresa di Ilenia: una salita fino ai 37 metri di altezza della torre di Albareto, da dove si apre una spettacolare vista a 360° su tutta la Langa, con parte dello sfondo realizzato dalla catena delle Alpi e dal Monviso. Altro che solo enogastronomia!

Vista dalla torre di Albareto

 

La pausa pranzo è prevista in un luogo che era molto amato da Veronelli: Forteto della Luja a Loazzolo. Qui Giovanni ‘Gianni’ Scaglione lavora parte dei suoi 10 ettari di vigneto nell’oasi WWF intorno alla sua bella casa antica ben ristrutturata. Durante la visita in mezzo ai filari Gianni ci ha mostrato, sbocciate, le piccole orchidee nere: che emozione! Ma l’oasi meriterebbe una visita ancora più accurata, tra piante officinali, fiori, uccelli.

Orchidea nera selvativa nei vigneti di Forteto della Luja

I vigneti da cui viene prodotto il moscato passito sono in posizione molto scoscesa: la lavorazione è del genere ‘viticoltura eroica’, oltreché assolutamente naturale (siamo in un’oasi WWF); richiede quindi grande passione, che Gianni manifesta in ogni occasione, illuminandosi mentre racconta la storia dei sui avi che, tre o quattro generazioni prima, da braccianti, hanno acquistato le terre che lui ora continua a lavorare. Gianni si fa aiutare, oltreché dalla moglie, da due bei cavalli, unica forza aggiuntiva per lavorare con tali pendenze.

Tanto, tanto impegno per produrre un grande moscato passito da soli grappoli raccolti tardivamente da viti con almeno 8 anni di età, fatti appassire in un locale di pietra attiguo alla casa. Abbiamo assaggiato il 2012: frutta candita e miele senza alcuna stucchevolezza, anzi con un finale piacevolmente fresco e leggermente agrumato.

Molto interessante anche ‘Le Grive’, un blend di barbera (70-75%) e pinot nero, vinificato in acciaio e poi passato in barrique di rovere francese per 9 mesi: un rosso rubino molto scuro, ben presenti le confetture di frutta rossa tra note vanigliate e leggermente balsamiche.

Altro spostamento ed altra sorpresa culturale di Ilenia: a Coazzolo nel 2017 David Tremlett ha decorato l’esterno della chiesetta dedicata alla Beata Maria Vergine del Carmine. L’artista inglese già 20 anni fa, insieme a Sol Lewitt, recuperò la cappella mai consacrata a S.S. Madonna delle Grazie sulla collina di Brunata – famoso cru del Barolo –: si vede che le Langhe gli sono rimaste nel cuore!

Langhe - gita enogastronomica - Chiesetta di Coazzolo decorata da Tremlett

 

Terminiamo la giornata all’Azienda Agricola Vada, una piccola realtà di 3 ettari al confine tra Asti e Cuneo, con terreni nell’astigiano.

Mosca Bianca, moscato secco 2015 di VadaIl giovane Guido sta puntando molto sulla qualità e sulla sperimentazione: produce, oltre alla barbera e al classico moscato dolce frizzante, due linee di moscato secco; uno più semplice, vinificato in bianco solo in acciaio, che sembra perfetto per accompagnare pesce crudo; l’altro, più complesso e strutturato, con macerazione sulle bucce per alcuni giorni e permanenza sulle fecce fini in botti di rovere per alcuni mesi. Il 2015 è molto interessante, con sentori fruttati che si affiancano a una presenza erbacea che ricorda il Cabernet Sauvignon, con una nota di idrocarburo: sovrasta il grana e, con la struttura che gli ha dato il contatto con le bucce e la permanenza in botte a contatto con le fecce fini, regge bene il salame di cervo gentilmente offerto in assaggio da Guido.

L’intensa giornata volge al termine ed è il momento dei saluti: un grazie sentito ad Ilenia che ha organizzato un giro intenso, molto interessante e vario, che ha alternato degustazioni a viste bellissime dei paesaggi delle Langhe, patrimonio dell’Unesco, con alcune fermate culturali che hanno ben completato l’esperienza.

Girare per conto proprio offre i vantaggi di autogestirsi i tempi ed eventualmente cambiare programma ‘al volo’, ma anche tour ben organizzati consentono di godere appieno di questa bellissima parte del Piemonte che sono le Langhe.

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