Luogo estremo, vini estremi

Bard, Valle d’Aosta. Un piccolo paesino arroccato su lato sinistro della valle che da Aosta scende verso il Piemonte. Il luogo, uno dei passaggi più stretti della valle, fu scelto già nell’anno 1000 come punto per costruire strutture di difesa. Dopo varie distruzioni delle diverse strutture fortificate, nel XIX secolo i Savoia organizzarono la ricostruzione del Forte: una struttura estrema, con diversi corpi di fabbrica che si inerpicano sulla scoscesa rupe che sovrasta Bard, a difesa di eventuali attacchi dalla Francia al regno del Piemonte. Qui fu pure comandato a collaborare all’impostazione della ricostruzione un giovane Camillo Benso, conte di Cavour; questo ‘esilio’, come egli stesso definì il soggiorno forzato, lo convinse ad abbandonare la carriera militare a favore di quella politica.
I Vini estremi sono quei vini prodotti grazie a coltivazioni eroiche; le condizioni perché il vigneto possa essere preso in considerazione dal Cervim, Centro Ricerche e Studi e Valorizzazione della Viticoltura Montana, sono: pendenza del terreno superiore a 30%; altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.; sistemi viticoli su terrazze e gradoni; viticoltura delle piccole isole.
Ogni due anni queste due realtà estreme si incontrano, a fine Novembre: a Bard vengono presentati i vincitori del concorso enologico Vins Extrêmes (ovviamente, Vini Estremi). Ed ecco il Salone internazionale dei vini da viticoltura eroica. Un evento che è giunto nel 2019 alla terza edizione con la partecipazione di vini non solo Italiani – da diverse zone tra cui anche Liguria, Alto Adige, Basilicata, Campania (Costiera Amalfitana), Ustica– , ma anche dalla Palestina e da Andorra, dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera, dal Portogallo, e non solo.
Il 1 Dicembre 2019 anche la giornata si presenta quasi estrema: la pioggia quasi da diluvio universale rende bene l’atmosfera.
Si potrebbe percorrere a piedi la strada che nel 1800 consentiva ai carri ed ai cannoni di salire verso i bastioni difensivi oppure meglio, visto il clima, salire con l’ascensore per raggiungere il cortile d’armi dove alcuni produttori di vini premiati al concorso ‘Mondial des Vins Extremes 2019’, Valdostani ma anche Liguri, Lucani, Altoatesini, da Andorra e da altre nazioni, presentano di persona i risultati dei loro sforzi. E così si può gustare un interessante Riesling di Andorra o un notevole Gewurztraminer Trentino, parlando con chi, con orgoglio, racconta l’impegno e la passione profusi per poter soddisfare la vista, l’olfatto ed il gusto di chi berrà un bicchiere del loro vino. Ci sono anche le figlie di Costantino Charrere, il grande vignaiolo valdostano dell’azienda Le Cretes che ha contribuito a far conoscere anche all’estero il vino di montagna, che è stato colpito dalla malattia e che salutiamo con affetto.
Infine, sebbene senza l’opportunità di integrare l’assaggio con le storie di chi ha lavorato duramente per il risultato, ma con un’ottima organizzazione AIS (associazione Italiana Sommeiller), delegazione di Aosta, è possibile gustare gli altri vini che hanno vinto i premi al concorso ‘Mondial des Vins Extremes 2019’: e così, tra gli altri, ecco un sorso di un grande Zibibbo di Ustica dell’azienda Hibiscus, un assaggio di Banyuls 1995 dei Pirenei Orientali francesi, uno di Gruner Vetliner 2018 austriaco, il piacere del blend di Piedirosso ed Aglianico del Costa d’Amalfi Ravello Rosso riserva 2015 di Marisa Cuomo. Nel 2021 non mancate, ne varrà la pena!

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