In Sardegna, alla scoperta del Moscato di Sorso Sennori

I romani usavano definire i territori conquistati Romània e quelli in cui non riuscivano ad entrare Barbària, di qui i nomi di due regioni sarde diversissime tra loro la Romangia a nord dell’isola e la Barbagia, regione montuosa al centro. Ed è proprio dalla Romangia che parte il nostro viaggio tra le produzioni vinicole della Sardegna. E non mancheremo più in là di parlare della Barbagia…

La Romangia si affaccia sul bellissimo parco naturale dell’Asinara e le sue vigne circondate da ulivi si trovano a stretto contatto con il mare. E’ proprio grazie al microclima mitigato dalle brezze di mare che si devono le peculiari caratteristiche di questi terreni sabbiosi ed argillosi dove le uve raggiungono ottimi livelli di maturazione: una produzione straordinaria di uve sotto il profilo qualitativo.

E’ qui che si produce il Moscato di Sorso Sennori DOC.

Dopo pochi chilometri in aperta campagna nel paesaggio profumato dalla macchia mediterranea arriviamo a Sorso. La Cantina Sociale di Sorso-Sennori è al centro del paese. Ha una storia lunga sessant’anni ma di recente una accurata ristrutturazione le ha ridato nuova vita, grazie all’amore sapiente della Signora Mariana la nuova proprietaria.

L’intenzione di armonizzare il vecchio e il nuovo, la tradizione e il moderno, la produzione artigianale con l’arte è evidente in tanti aspetti della Cantina. Dai muri, decorati con le riproduzioni gigantografiche delle opere del pittore contemporaneo Angelo Maggi alle etichette dei vini elegantemente decorate con le stesse illustrazioni pittoriche.

Ma non possiamo e non vogliamo solo farci ispirare. Vogliamo imparare. Apprendiamo che la denominazione DOC risale al 1972 e che i vini della denominazione Moscato di Sorso Sennori DOC si basano principalmente sui vitigni Moscato bianco. Le uve destinate alla vinificazione devono assicurare al vino una gradazione alcolica complessiva minima naturale di  14,5°C. Secondo il disciplinare di produzione, il vino “Moscato di Sorso-Sennori” non può essere immesso al consumo prima del 1° marzo dell’anno successivo alla vendemmia.

Al momento dell’assaggio ci vengono proposti i due moscati prodotti dalla cantina, il vecchio e il nuovo.

Il primo è ANTAS storico prodotto ormai in commercio da più di una decina di anni, un vino intenso e ben strutturato. Va servito a 7-8°C e si abbina perfettamente alla seadas, il tipico dolce sardo a base di formaggio.

Il secondo è MARIANA (in onore della proprietaria della Cantina) prodotto in serie limitata. E’ un  Moscato barricato dal colore ambrato-dorato brillante. All’olfatto sprigiona sentori di pesca, frutta secca, vaniglia, caramello e cuoio. Al palato risulta dolce, morbido, equilibrato, aromatico. L’ideale è abbinarlo alla pasticceria classica locale di pasta di mandorla o a creme e formaggi dal gusto piccante e marcato. Va servito idealmente a 12-14°C.

E durante la degustazione di rito nell’angolo appositamente adibito in fondo alla Cantina, cade lo sguardo sul retro delle bottiglie. Su quella del MARIANA si legge “Ascoltando in silenzio gli insegnamenti per non perderti negli oscuri sentieri della ricerca”. Sul retro dei vini prodotti da questa Cantina non troviamo, come siamo soliti, le caratteristiche organolettiche del vino né i tipici suggerimenti per l’abbinamento ai cibi. Il retro di ogni bottiglia riporta piccoli pensieri di riflessione, quasi a voler accompagnare la degustazione del vino con parole sapienti. Ed ecco che l’esperienza diventa multidimensionale in un blend unico e articolato tra vino, arte e cultura.

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