Tra Monferrato e Langhe: enocultura e arte

Solo chi non è mai stato nel Monferrato e neppure nelle Langhe potrebbe stupirsi del fatto che queste zone siano state dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità: queste colline che, con varia pendenza – colline più irte nel Roero, più dolci nelle Langhe, una via di mezzo nel Monferrato –, coltivate a vigneto, noccioleto o anche solo bosco, creano un panorama eccezionale, con scorci unici.
In linea con lo spirito che ha guidato le scelte dell’Unesco, Chris Bangle, gran designer nel settore automotive, ha trovato in queste zone il suo ‘buen retiro’, regalando a questi luoghi le ‘panchine giganti’: sono le classiche panchine dei parchi a forma di ‘S’ ripiegata, fatte con lunghe bacchette di legno orizzontali, con però la particolarità che sono altre circa 3 metri! Sono posizionate in punti panoramici e offrono, a chi – con l’aiuto di scalette di fortuna – si siede sopra, gli scorci unici di cui anche l’Unesco si è accorta.
In una posizione esattamente tra Monferrato e Langhe, con un terrazzo che offe scorci analoghi a quelli offerti dalle panchine di Chris Bangle, a S. Stefano Belbo, si trova la tenuta Il Falchetto: 50 ettari vitati, con una produzione di uva attentamente diradata, consentono di ottenere circa 250milla bottiglie, tutte di elevata qualità grazie alla passione che giuda tutta la famiglia.
L’azienda è seguita dalla nuova generazione di 6 fratelli, che si sono sapientemente distribuiti i compiti: due hanno seguito la scuola enologica ad Alba, una sorella segue la parte amministrativa.
Hanno anche una grande dote relazionale ed elevata capacità imprenditoriale, partecipano in prima persona o con altri componenti della famiglia a molte fiere del settore, compreso ad esempio Sbarbatelle, dedicato alle aziende che hanno in forza personale familiare femminile under 30: ed è a Sbarbatelle che mi sono imbattuto per la prima volta in questa realtà che poi, anni dopo, ho avuto anche il piacere di poter visitare.
La loro produzione offre diverse tipologie di Barbera: quella ‘solo acciaio’ mantiene le caratteristiche principali del vitigno e al naso mostra evidenti sentori di prugna, con un finale molto fresco ed un colore fortemente violaceo; la versione più equilibrata, che fa botte grande, ammorbidisce con delicate note di vaniglia e tabacco questo vitigno con elevata acidità e scarsa tannicità; inoltre, da pochi anni, l’azienda ha preso vigneti nella zona di Nizza Monferrato e produce l’omonima DOCG, ottenendo un barbera di grande struttura adatto a grandi piatti di carne. I 6 fratelli producono inoltre Nebbiolo, Dolcetto ed anche ben due diversi moscato: ‘Tenuta del Fant’ è un ottimo moscato, con eleganti profumi di pesca e fiori e un finale in bocca leggermente citrico che rinfresca piacevolmente il palato; è la maggior produzione di moscato dell’azienda. Il moscato ‘Ciombo’ prende il nome dalla frazione Ciombi dove si trovano i vitigni, intorno alla grande villa sede dell’azienda. E’ un moscato che, grazie ai terreni e all’esposizione, ha molta mineralità e notevoli sentori agrumati che rendono questo vino adatto anche come aperitivo in accompagnamento al pesce crudo.
Le prossime idee dei fratelli sarebbero di trasformare in B&B o agriturismo la cascina da poco rilevata: perché no, in un sito Unesco? Auguri e complimenti a questa realtà che, anche in questi tempi di COVID, stupisce per gentilezza ed elegante determinazione: le stesse caratteristiche dei loro vini!

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