I FLORIO e la Storia del Marsala – Seconda Parte

Marsala Florio - Ristora Rinfranca Rinforza

“I Florio nella generazione di Vincenzino e Ignazio Junior si indebitarono pesantemente e non dichiarando mai fallimento, iniziarono a vendere tutto ciò che era stato lasciato loro, partendo da questa cantina che nel 1924 venne ceduta alla Cinzano e successivamente alla Ilva di Saronno della famiglia Reina che acquistò successivamente anche la Duca di Salaparuta e la Corvo facendone un’unica società, La Duca di Salaparuta S.p.A.

Oggi dei Florio non resta più nulla.

Qui non utilizziamo il metodo soleras perché non permette l’identificazione dell’anno e dato che uno dei pregi principali del Marsala è l’invecchiamento, sapere l’anno preciso è indice di garanzia per un invecchiamento ottimale.

Cosa hanno queste botti di diverso rispetto alle botti di altre cantine?

Botti Marsala Florio

Il tappo! perché le botti si possono aprire.

In genere il peggior nemico del vino è l’ossigeno, ma non per il Marsala. Queste antiche botti hanno una parte superiore sempre piena d’aria perché il vino deve avere durante il suo invecchiamento il contatto continuo con l’aria. Le botti devono essere più vecchie di 5 anni perché non devono rilasciare nessun sentore, il sapore deve essere dato solo dall’uva e non dalla botte. Solitamente le cantine si trovano sotto terra con i condizionatori a temperatura controllata, invece qui siamo a livello del mare, tanto che, aprendo le porte in fondo entra la brezza marina che circola e rinfresca naturalmente l’ambiente.

La cantina è disposta su 160 metri per tre navate con una struttura che è metà inglese e metà retaggio arabo. Il pavimento è in tufo, se muovete i piedi non si solleva polvere, questo fa si che il clima sia sempre ideale per l’invecchiamento del Marsala dove abbiamo circa 15 gradi in inverno e  26 in estate con l’80% di umidità.

Ma cos’è il Marsala?

Il Marsala è un vino liquoroso regolamentato dalla DOC che è stata la prima in Italia e può essere fatto secondo due ricette: Marsala Vergine e Marsala Conciato.

Il Marsala Vergine è quello scoperto dagli inglesi ossia vino e alcol con invecchiamento di 5 anni e 10 per il Vergine Superiore.

Questo tipo di Marsala è secco perché la sua dolcezza è data esclusivamente dalle uve.

Il Marsala Conciato invece, ha 4 componenti: vino, alcol, mosto cotto e mosto alcolico. L’aggiunta di mosto cotto dona colore e residuo zuccherino.

Parleremo di Marsala Secco se il residuo è meno di 40 g/l, di Semisecco se è tra i 40 e 70 g/l e di Dolce se è oltre i 100 g/l ma quest’ultimo ad oggi non lo produciamo più. Sarebbe troppo dolce e piacerebbe solo a Garibaldi.

L’unico Marsala dolce che abbiamo è una riserva molto particolare di cui vi parlerò tra un po’.

Il Marsala, da disciplinare, può essere fatto con quattro tipologie di uva: Grillo, Catarratto, Damaschino e Insolia. Noi lo facciamo soltanto con il Grillo perché in questa zona cresce meglio.

Vi dicevo che produciamo un solo vino dolce che fa parte dei nostri tesori.

Botti Marsala Florio - II guerra mondiale

 

La botte che sto toccando è del 1939 ed è praticamente oro puro poiché oltre all’invecchiamento c’è dietro una storia: l’11 maggio 1943, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, un aereo dell’aviazione americana scambia la nostra cantina per un bunker e sgancia sopra delle bombe distruggendo tutto, tranne due botti piccole rispettivamente del 1939 e del 1941 e una grande.

Si sono salvate solo queste e da allora hanno vinto numerosi premi e riconoscimenti.

Il Marsala del ‘39 ha vinto nel 2005 l’Oscar Bibenda.

Non vengono imbottigliate tutti gli anni perché finite le botti non ne avremo più.

Vengono fatte soltanto edizioni limitate e numerate in occasioni particolari. L’ultima volta è stato il 2008.

Per farvi capire il valore economico, vi dico che una bottiglia da 33 cl costa 630 euro, mentre una bottiglia del 1941 di dimensioni normali da 75 cl arriva a 1050 euro.

Ma non sono soltanto queste le riserve, ce ne sono altre che fanno parte della linea Aegusa.

Aegusa è il vecchio nome dell’isola di Favignana e significa farfalla, questo per indicare lo stretto legame con il territorio.

Tutto il nostro Marsala viene affinato in botti di rovere, sia francese che rosso di slavonia e poi completa il suo ciclo produttivo dall’altra parte della cantina quando viene imbottigliato.”

 

 

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