Tavel e Lirac: le sud de la Côte du Rhône

Tavel è l’Appellation più a sud della Côte du Rhône, famosa per essere la capitale mondiale del rosé: qui le uve vengono solo vinificate in rosa mescolando i vari vitigni prima della fermentazione.
Il paesino si presenta come un tipico borgo francese con tutto quello che ci si possa aspettare nella migliore tradizione: una strada principale, un bel hôtel del ville con la bandiera tricolore francese, la boulangerie e un bar con gli anziani del posto che bevono Pastis. Affascina vedere nei cortili delle case le vigne che partono e che si perdono nella collina dietro la casa o che scendono verso il bosco; il tutto in un’atmosfera immersa nella tranquillità.

Siamo andanti a visitare Le Mas Duclaux (http://www.caveroudilduclaux.fr/), piccolo vigneron indipéndant al limitare del paese, dove ci accoglie Nathalie Duclaux, pronipote di Meusieur Amié Roudil, che nel 1938 si era occupato di definire i confini della denominazione. Azienda alla quarta generazione che produce 40.000 bottiglie con i suoi 12 ettari di vigne nei comuni di Tavel, Lirac, Roquemaure e Pujaut. La produzione si concentra quasi unicamente su Tavel rosato e Lirac in rosso, oltre a una produzione di vin de pays. Grazie al loro lavoro, riescono a vendere tutta la produzione per cui é, purtroppo, impossibile fare degli assaggi verticali.
Nathalie rappresenta la quarta generazione e si occupa, con il marito, dei terreni e dei vari vitigni che hanno in proprietà, essendo dei Propriétaire-Récoltant; hanno Grenache, Cinsault, Syrah, Carignan, Mourvèdre e Bourboulanc, vitigno a bacca bianca piantato nella vigna davanti a casa, ma ormai sempre più raro perché la maturazione ha bisogno di lentezza, di tempo e queste estati così calde le mettono troppa fretta.
I terreni di proprietà hanno tutte le caratteristiche dei terreni di quelle zone e riescono a coltivare ogni vitino su quello più adatto, dal terreno sabbioso per la Bourboulanc, i terreni con i ciottoli tipici di Tavel (les cailloutis) per Cinsault e Carignan, i ciottoli come a Câteauneuf-Du-Pape (les galets) dove coltivano Grenache e Syrah, ogni terreno tira fuori le migliori caratteristiche per il vitigno e le loro scelte di lavoro in vigna e di vinificazione esprimono l’intenzione precisa di voler fare emergere le caratteristiche dei vitigni utilizzati: la rotondità della Grenache, la grande potenza del Syrah, l’eleganza aromatica del Carignan, la finezza del Cinsault, la freschezza del Mourvèdre, il carattere penetrante della Bourboulanc.


Abbaiamo assaggiato sia il Tavel sia il Lirac nell’ultimo millesimo disponibile 2016.

AOP Lirac comune di Lirac: la lunga macerazione permette di estrarre un colore molto intenso e la vinificazione in solo acciaio fa esprimere tutti i profumi delle uve utilizzate (Grenache, Syrah, Cinsault e Mourvèdre, con maggioranza Grenache almeno 40% come da disciplinare). Al naso colpisce la nota vanigliata, spezie dolci, cassis e mora, in un complesso molto aromatico. In bocca colpisce la freschezza e una nota lievemente mandorlata e i sentori retro-nasali confermano il cassis e la frutta nera.
Interessante nella sua piacevolezza e che non fa sentire i 14 gradi di volume alcolico e spingono a bere un altro bicchiere. Può invecchiare 5/10 anni, provare per credere.

AOP Tavel: macerazione di 48 ore che tira fuori un colore che secondo la terminologia AIS si direbbe chiaretto, ma che si avvicina a molti rossi scarichi. Una lucentezza elegante e una buona consistenza danno già delle informazioni importanti su cosa aspettarsi dal vino. Al naso note intense di pesca matura, di groseille (il ribes rosso francese), di mirtillo e di mandorla fino al confetto. In bocca ha una bella acidità e un buon corpo grazie ai suoi 14 gradi

Il Tavel è a tutti gli effetti un ottimo rosato e il Lirac una bella scoperta; a Le Mas Duclaux credono molto in queste denominazioni e lo si percepisce dai loro vini e da come ti presentano le medaglie vinte ai concorsi di Parigi e di Lione. Vale la pena andare a scoprire questi produttori andando oltre alla ricerca solo del mainstream vitivinicolo: la scoperta è dietro l’angolo.

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