Il giardino segreto di Paolo e Noemia d’Amico

“In mezzo all’erba, sotto gli alberi, nei vasi grigi delle nicchie, si scorgevano pennellate bianche, d’oro, di porpora; sopra la sua testa gli alberi erano rosa e bianchi, e ovunque si udivano battiti d’ali, suoni flautati, ronzii, dolci profumi” e quel giardino segreto non è soltanto frutto della fantasia di Frances Hodgson Burnett, ma esiste, e si trova nel cuore della Tuscia, tra i calanchi, in cui l’incrocio di tre regioni Lazio, Umbria e Toscana, crea un territorio unico per biodiversità, terroir e fascino.

Nasce qui Villa Tirrena, dall’innamoramento di Paolo d’Amico, armatore da tre generazioni e Noemia, per 10 anni brand Ambassador di Christian Dior in Brasile, per questa terra carica di magia, e dal loro amore per l’arte, la moda, il design, la letteratura e non per ultimo il vino.

Ci si addentra subito nel giardino sospeso, un dedalo di arbusti, arricchiti da piante ornamentali e aromatiche disposte in modo magistrale, in completa sinergia con le opere d’arte che si affacciano dalle finestre ritagliate nelle siepi.

Nulla è lasciato al caso, tutto è studiato, sia per donare armoniosità e ordine, ma anche per colpire l’osservatore da un punto di vista concettuale ed emozionale.

Ogni singola porzione è ideata e voluta dalla Sig.ra Noemia, come la chiama Alessandra, commerciale dell’azienda, che ci fa da Cicerone in questo percorso e ci racconta come la Signora, congiuntamente con il marito Paolo, abbia scelto durante i suoi viaggi in giro per il mondo ogni singola opera, dalle sculture realizzate per l’Associazione Elephant Family di Mark Shand, a Igor Mitoraj, passando per Edgar Duvivier, Sophie De Francesca, Anish Kapoor, Banksy e molti altri artisti di rilievo mondiale.

 

All’interno della casa, costruita nel XVI secolo si notano subito i diversi stili di arredamento, soprattutto quello orientale, di epoche differenti, tutto arricchito da cuscini, divani, lampadari conici, lampade di ogni genere ed enormi tappeti, con maestosi camini passanti che l’inverno la Signora Noemia gradisce avere sempre accesi.

Passando davanti alla lussuosa piscina interna, da una porta si accede ad un corridoio alla fine del quale per l’ennesima volta, si resta a bocca aperta, si accede ad una sontuosa cantina di ispirazione etrusca con archi di rocce e tufo, priva di luce naturale, ma illuminata da centinaia di candele accese in cui il riposo del vino in barrique viene accompagnato da musica classica.

Ad una estremità della cantina è presente una biblioteca, mentre dall’altra, le colonne in cemento sono diventate tematiche, con libri, ricordi, modellini e foto che mostrano le varie passioni e lavori della famiglia d’Amico.

L’estensione complessiva della tenuta è di 90 ettari, 31 dei quali vitati, e la predominanza dei vitigni presenti ricalca l’internazionalità della vita dei produttori che si respira in ogni angolo, dallo Chardonnay, al Merlot, al Pinot Nero, al Cabernet Franc, ma anche gli autoctoni Grechetto e Trebbiano, ed è l’unicità di questo terroir, e la spiccata mineralità del terreno vulcanico che rendono questi vini unici nel loro genere pur avendo nel mondo forte espressione.

Alla fine della degustazione è veramente complicato capire cosa portarsi a casa, quali di questi vini mettere nella propria cantina, perché ognuna di queste bottiglie è dotata di una sua personalità, di una sua bellezza, di un suo scopo, come tutto quello che compone la tenuta d’Amico.

Sicuramente irrinunciabile il Pinot Nero Notturno dei Calanchi, e il Cabernet Franc Atlante emblemi del fatto che anche nel nostro paese è possibile avere un’espressione diversa e unica, ma altrettanto affascinante.

 

 

 

 

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