Non è facile arrivare alla cantina Sergio Arcuri, anche col navigatore, immersa com’è in mezzo ai vicoli di Cirò Marina, e poi quella piccola insegna sbiadita ti fa pensare più a una vecchia rimessa di vini che a una cantina di produzione…poi arriva Sergio, e dalla sua prima stretta di mano e dal suo sguardo inizi ad inquadrare i tratti di genuinità e profondità che accomunano tanto il suo vino quanto la sua persona.
Mi sono documentato un po’ prima di arrivare in visita, dando uno sguardo al sito web (http://www.vinicirosergioarcuri.it/) che è bello nella grafica e nella sua semplicità: a differenza delle cantine più blasonate di Cirò che annoverano decine di etichette e blend di autoctoni e internazionali, Sergio propone solamente 3 etichette: un rosato, Il Marinetto, un Rosso Classico Superiore, Aris, e un Rosso Classico Superiore RISERVA, Più Vite. Tutte rigorosamente con la stessa origine: Gaglioppo in purezza, il vitigno rosso “Principe di Calabria”, in produzione biologica da sempre, certificata dal 2015.
Dalle parole di Sergio inizia a delinearsi la storia di questa cantina, piccolissima di spazi ma grande di tradizione: parte dal bisnonno Peppe che inizia a coltivare la vite a fine del 1800 con l’aiuto di cavalli e asini per trasportare il raccolto, passa attraverso il nonno, commerciante di uve agli inizi del ‘900, dal papà – anche lui Peppe – annata 1931, che segue fin da piccolo il nonno in vigna diventando un apprezzato innestatore di viti e aprendo nel 1973 una propria cantina di produzione e vendita vino sfuso, per giungere al 2009, anno in cui la cantina paterna viene ammodernata e i fratelli Sergio e Francesco prendono in mano le redini dell’azienda. Nel rispetto della tradizione dei nonni e del papà, coltivando esclusivamente il vitigno Gaglioppo nei 4ha di proprietà, 2ha coltivati ad alberello con vigne “vecchie” impiantate nel 1945 e 1980, e 2ha più recenti a cordone speronato.
La scelta di tenere basse le rese (60/70 q/ha), di non usare alcun prodotto di sintesi in vigna (solo zolfo secco e bagnabile, e rame), di selezionare manualmente il singolo grappolo scartando gli acini non ritenuti idonei o lasciando in pianta quelli che possono godere ancora un po’ del sole e della brezza dello Jonio, di non aggiungere lieviti di selezione in fermentazione lasciando che quelli spontanei della buccia e della cantina facciano sapientemente il loro mestiere, di non impiegare chiarificanti o filtrazioni…. determina il carattere e la personalità dei vini di Sergio Arcuri. Vini che vanno oltre le tendenze del momento, o dei gusti del Nuovo Mondo, che preferiscono il frutto maturo al naso e la morbidezza in bocca: scegliere di vinificare il Gaglioppo in purezza, con i suoi colori rossi tenui e vivaci, i suoi tannini, la sua mineralità, i sentori delicati di frutti rossi e fiori freschi, di non “addomesticarlo” con l’aiuto di colori e struttura di cabernet e merlot, è una scelta al tempo stesso coraggiosa e lodevole, perché vuol dire scegliere di mantenere viva la tipicità di un vitigno e di un territorio.
E dopo aver raccontato della storia e della filosofia di Sergio, diamo uno sguardo alle 3 etichette in produzione.
Il Marinetto, Rosato di Calabria IGP
Vigneto: Marinetto, anno impianto 2005-2006. Esposizione: S-W. Altitudine: 50 m s.l.m. Composizione: calcareo e poco argilloso. Resa: 75/90 q/ha. Raccolta: seconda metà di Settembre.
Produzione: diraspatura, pigiatura e contatto con le bucce per qualche ora, svinatura e fermentazione in ‘palmento’ (il nome tradizionale della vasca di cemento), 6 mesi a contatto con le fecce fini in vasca di cemento, affinamento in acciaio e breve permanenza in bottiglia.
Annata in commercio: 2015. Grado alcolico: 14%. Uve: 100% Gaglioppo biologico, coltivazione ad alberello.
Anno d’impianto: 1980. Esposizione: S-W. Altitudine: 105 m s.l.m. Composizione: argilla, limo e sabbia rossa. Resa: 60/70 q/ha. Raccolta: inizio Ottobre.
Produzione: diraspatura, pigiatura e contatto con le bucce per 4 giorni, svinatura e fermentazione in ‘palmento’, affinamento in cemento per 24 mesi e 6 mesi in bottiglia.
A seguire,
Più vite, Cirò D.O.C. Rosso Classico Superiore RISERVAVigneto: Piciara, anno d’impianto: 1948. Esposizione: N-S. Altitudine: 3 m s.l.m. Composizione: argilla, calcare. Resa: 60/70 q/ha. Raccolta: metà Ottobre.
Produzione: diraspatura, pigiatura e contatto con le bucce per 15 giorni, svinatura e fermentazione in ‘palmento’, affinamento in cemento per 48 mesi e 12 mesi in bottiglia.
E concludiamo con il gesto più bello, riempiendo il bicchiere e degustando insieme a Sergio
Il Marinetto
Non smetteresti di ruotarlo nel bicchiere, per continuare ad ammirare i riflessi del colore, anche se dopo qualche attimo sei curioso di andare a scoprire i suoi profumi: è molto intenso, di media complessità e di gran finezza. I sentori di fiori freschi accompagnano quelli di frutti rossi: nota di rose appena recise e di fiori di pesco, e note ben definite di visciole che si fanno più intense alle olfazioni successive.
In bocca l’incipit alcolico deciso lascia subito il posto ad una freschezza e mineralità intense, che si accompagnano ad un tannino di carattere, ed insieme rendono il vino equilibrato con leggera prevalenza delle durezze sulle morbidezze … come del resto ti aspetteresti dalle precedenti evidenze visive e olfattive.
L’intensità e la finezza gustativa sono degne di menzione, la persistenza gustativa è buona.
Struttura e corpo rendono – a mio giudizio – questo vino un rosato “gastronomico” più che un semplice vino da aperitivo: tornando a casa ho provato ad abbinarlo ad una parmigiana di melanzane, ed il connubio era semplicemente perfetto!
Author Profile

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Beppe D'Agostino, classe 1976, ingegnere per professione, degustatore e sommelier per passione. Se la mia vita fosse un albero, avrebbe fiori di Nebbiolo e radici di Gaglioppo: il mar Jonio cristallino scorre nelle vene insieme all'acqua del Monviso.
I ricordi d'infanzia portano a Costigliole d'Asti, dove con papà una volta l'anno si andava all'Azienda Bo a caricare le damigiane di un Barbera così denso e colorato che il rosso dal bicchiere non veniva più via.
Seguono gli anni del Liceo Scientifico, in cui tra Catullo e Baudelaire, passando per postulati euclidei e leggi gravitazionali, emerge pian piano la voglia di raccontarmi attraverso le note di una chitarra e le strofe di una poesia...racconti assopiti, solo per un po', dalla sfolgorante passione per la Chimica che occuperà gli anni universitari.
Nel 2012, complice un viaggio nella terra del Sagrantino, reagenti e reattori lasciano il posto nel cuore a “fenomeni” più naturali: le fermentazioni alcoliche del mosto d'uva. Decido di intraprendere un percorso di studio e approfondimento sul vino presso l'AIS Piemonte, che mi porterà a conseguire nel 2015 il Diploma di Sommelier e nel 2017 l'abilitazione a Degustatore AIS.
E proprio lì, in un bicchiere di vino, riscopro il piacere di raccontare emozioni attraverso le parole...
Per coloro che avranno voglia di seguire i miei viaggi alcolici, vi porterò alla scoperta di quelle bottiglie, produttori, cantine, vitigni e terroir che sono riusciti a regalarmi vere emozioni. Buon viaggio wine - lovers!