Verdicchio Tenuta San Marcello: un sorso dorato di natura

Castelli di Jesi Verdicchio

Cipriani, Verdicchio dei Castelli di Jesi (Classico Superiore) 2015 – Tenuta San Marcello

Un vino eccezionale, che supera i caratteri più ricorrenti del vitigno Verdicchio.

San Marcello Jesi

Ammirarne il colore è come buttare lo sguardo tra le spighe mature di un campo di grano, in piena estate, a passo lento, su una statale nel tacco d’Italia: dorato nel cuore del bicchiere e nei riflessi, questi ultimi vividi e splendenti…è un vino maturo ma che sa stupirti con la sua brillante vitalità.

Il passaggio del naso sul bicchiere è un’esplosione di sfumature di profumi, un’ampiezza di sentori che non ti aspetti, che evolvono minuto dopo minuto. L’incipit di fiori di camomilla, poi il cedro candito, lievi accenni al rosmarino che lasciano il posto a dolci note vanigliate per chiudersi sulla fragranza del pan di spagna bagnato all’alchermes.

Il sorso è pieno e avvolgente, non tradisce quello che occhio e naso ti hanno preannunciato. Il calore e la morbidezza incantano, la freschezza – ma soprattutto l’irrompente sapidità – danzano insieme in perfetto equilibrio. Molto intenso e persistente, raggiunge senza dubbio – a giudizio di chi scrive – la piena armonia gusto-olfattiva.

Cipriani Verdicchio

Scoperto per caso alla fiera dei vini naturali ad Asti, Vinissage 2017 tenutasi a Maggio, non immaginavo che un vino “naturale” potesse raggiungere tali livelli di eccellenza. Decido di contattare il produttore, qualche giorno dopo averlo assaggiato: siamo a Dicembre, in un sabato torinese imbiancato dai primi fiocchi di neve.

Il sole delle Marche nel Bicchiere

Massimo è subito cordiale, schietto come il suo vino. Accoglie con sincera soddisfazione il ritorno a casa delle emozioni che il frutto del suo lavoro ha regalato a chilometri di distanza. C’è assoluta sintonia sulla “visione” del vino: la complessità del bouquet, le note dolci di evoluzione, la rotondità e l’equilibrio del sorso, la persistenza gusto-olfattiva.

Mi racconta di un certosino lavoro in vigna, della scelta di non impiegare in campo diserbanti e concimi chimici, di ridurre drasticamente anche l’uso di rame e zolfo attraverso l’impiego di micro-organismi naturali, estratti essenziali e tisane di piante officinali, per stimolare la vite a rafforzare le proprie difese; quando mi parla della decisione di non diradare, sento emergere quasi un’affezione verso ciascun singolo grappolo che la terra gli ha regalato.

Il terreno di tipo argilloso-calcareo, sito sulle splendide colline Marchigiane a circa 220 metri sul mare, nell’entroterra di Senigallia, gode del benefico microclima marino e permette di produrre vini di grande carattere (oltre al Verdicchio dei Castelli di Jesi, l’Azienda Tenuta San Marcello vinifica in purezza la Lacrima di Morro d’Alba).

Cipriani Tenuta San Marcello

La vendemmia è ragionata nei dettagli, lasciando in pianta fino a Novembre quei grappoli in grado di accogliere la carezza della nobile botrite, che sapranno regalare al mosto caratteri di morbidezza e sentori di evoluzione, perfettamente equilibrati dalla freschezza donata da quelli di prima vendemmia.

La vendemmia avviene rigorosamente a mano ed essendo la cantina all’interno del vigneto, la pigiatura è fatta entro l’ora dalla raccolta, permettendo di ridurre del 50% l’uso di solfiti rispetto ai metodi tradizionali.

Starei ore ad ascoltare i dettagli di produzione che Massimo ha piacere di illustrare, ma gli impegni giornalieri incombono, e ci salutiamo con il suo invito ad andare a conoscere di persona l’Azienda, per assaggiare gli altri vini e non solo…perché mi confessa che Tenuta San Marcello è anche agriturismo, che offre genuinità e accoglienza. Come quella che già il primo sorso del suo Verdicchio mi ha saputo regalare.

Accolgo con piacere l’invito, ci vedremo presto Massimo…e grazie per questa prima tappa di un nuovo emozionante viaggio.

Beppe D’Agostino, the travelling taster.

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