Proprio in questi giorni Palazzo Chiablese a Torino presenta la mostra “Miró! Sogno e Colore” completamente dedicata all’artista catalano. Inauguriamo la rubrica “Appuntamenti con l’arte” parlandovi di una sua opera: La bottiglia di vino.
La bottiglia di vino, dipinta nel 1924, è un perfetto esempio di astrazione surrealista. La bottiglia immersa in un contesto rurale dai tratti fantastici, nel quale si possono riconoscere figure zoomorfe e segni, appare come unico elemento concreto. La bottiglia trasparente sembra fluttuare nello spazio insieme ad un serpente e a un insetto volante. Sull’etichetta è riconoscibile in grande la scritta “VI” dal possibile doppio significato di vino (vin) e vita (vie), dualismo che si sposa perfettamente con l’idea dell’autore di fusione metaforica tra arte e vita, un aspetto chiave del movimento surrealista.
Il tratto di Miró lo si ritrova anche sull’etichetta del 1969 di Château Mouton Rothschild: un grande grappolo rosso campeggia al centro, mentre nell’angolo in alto a sinistra si riconosce il berretto del fantino dai colori della casa Rothschild, giallo e blu, segno della riconoscenza di Miró nei confronti della famiglia.
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- Nato a Novara nel 1985, laureato in Medicina e Chirurgia, ha frequentato i corsi AIS di Torino appassionandosi al mondo del vino anche grazie ad uno splendido gruppo di amici. Sempre alla ricerca di piccole realtà vinicole, gira per cantine degustando chicche del territorio.
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