“Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo… portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…” (M. Proust, Alla Ricerca del tempo perduto, 1909-1922)
Come le briciole di maddalena risvegliavano alla memoria di Marcel ricordi d’infanzia sopiti in luoghi reconditi dell’animo, così il primo sorso di Friulano AT che attraversa il palato riporta alla luce le memorie di mesi vissuti tra le montagne della Carnia, dei sapori fragranti di cjalsons e amaretti, dei profumi di sottobosco che ogni dì all’imbrunire, uscendo dalla Cartiera, ritrovavo nei bicchieri di Merlot al bar del paese. Ciascuno dei colleghi presenti offriva un giro di vino a tutti gli altri – “dovrai abituarti, è usanza friulana!” – e se qualche indomito partiva col secondo giro, avrebbe di lì a poco iniziato a girare anche la testa.
Sensazioni dirette, parole rarefatte, schiettezza che correva a fiumi, come nel bicchiere scorreva il cultivar francese tanto apprezzato anche a quelle longitudini.
E’ stato emozionante, a distanza di tanti anni, ritrovare quella terra e riassaporare quelle emozioni dentro un bicchiere di vino, viaggiare nel tempo e nello spazio grazie a un sorso di inaspettata armonia, che ti spiazza una seconda volta quando l’occhio cade sull’etichetta e inizi a scoprire un’azienda che ha fatto del rispetto di madre natura il punto cardine della propria produzione.
Ma andiamo per ordine, partiamo dal bicchiere…
Il giallo è paglierino accompagnato da vividi riflessi dorati, figli – immagino – della disposizione delle piante che garantisce la piena esposizione, e della scelta attenta del momento della vendemmia, quando il rapporto tra l’acidità ed il tenore zuccherino dell’uva è ottimale.
Archetti e lacrime raccontano una media consistenza.
Il naso è intenso, intrigante e accattivante, in termini più tecnici “complesso e fine”: il percorso olfattivo comincia sui sentori floreali di biancospino, attraversa quelli fruttati di agrumi ed erbacei di salvia, e si completa su quelli minerali della pietra focaia.
In bocca colpisce la finezza del sorso: un piglio quasi asburgico, un elegante valzer in cui la grande freschezza e sapidità danno gli accenti al ritmo, seppur muovendosi in equilibrio con il calore e la morbidezza, regalando allo spettatore un intenso trasporto, ed un lungo emozionante finale leggermente ammandorlato.
Un vino di indubbia armonia: chiudendo gli occhi, per un attimo, mi ritrovo lì sulla terrazza del Castello di Miramare a Trieste, con il bicchiere in mano e una carezza di brezza marina che lo accompagna.
Ormai consapevole delle tante sensazioni che il Friulano AT ha saputo regalare, emerge spontanea la voglia di andare a scoprire chi l’ha prodotto, chi ha saputo lavorare le uve con tale sapienza.
Note produttive
Varietà Friulano
Vendemmia 2015
In Campagna
Suolo Stratificazione (flysch) di marne e arenarie a tessuto argilloso
Impianto vigneto Particelle contornate dal bosco
Giacitura vigneto Su terrazze in collina
Sistema di allevamento Guyot semplice
Densità media 5000 ceppi per ettaro
Resa media 1.2 kg per ceppo
Altitudine Da 200 a 300 mt sul livello del mare
Raccolta Selezione dei grappoli e raccolta a mano in cassetta
Età media delle vigne 15 anni
Orientamento dei vigneti Sud, Sud-Est, Sud-Ovest, Ovest
Trattamenti delle vigne Trattamenti di copertura: rame e zolfo di miniera
Lavorazione del terreno Inerbimento spontaneo
In Cantina
Vinificazione Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in serbatoi di acciaio inox
Maturazione 9 mesi, affinamento sui lieviti
Numero di bottiglie prodotte 8.000 ca
Titolo alcolometrico 13 % Vol
Zuccheri riduttori 2 g/l
Acidità totale 4,6 g/l
Abbinamenti Zuppe e vellutate di verdure, asparagi, uova, pescato
Temperature di servizio 10-12°C
L’azienda
Aquila del Torre si trova nel territorio di produzione dei Colli Orientali del Friuli, un’area di rara bellezza da sempre vocata alla coltivazione della vite. Il nome di questa Azienda è strettamente legato al territorio di Savorgnano del Torre. Guardando i colli di Savorgnano da Udine è facile riconoscere i vigneti di Aquila del Torre: sinuosi sulla collina come il profilo alare dell’aquila. L’immaginazione porta all’apertura alare di questo rapace che spesso si intravede volteggiare, risalendo la brezza, sopra i vigneti aziendali, quasi a voler sorvegliare questo territorio tanto affascinante.
Aquila del Torre è accorpata in un unico fondo composto da 18 ha vitati, i restanti 66 a bosco: gran parte dei territori a monte dei vigneti è occupata da diverse essenze forestali, fra le quali querce, carpini, e agrifoglio; i terreni vitati sono caratterizzati da un’altitudine che varia dai 175 ai 350 m s.l.m., altezza dalla quale si può apprezzare il panorama agreste della pianura, fino al castello di Udine. La disposizione dei vigneti sul pendio è caratterizzata da un modulo a terrazze mono-filare per catturare al meglio i raggi del sole e uniformare la maturazione delle uve: viticoltura di collina sinonimo di vini di qualità.
Aquila del Torre è un’azienda familiare il cui intento è quello di valorizzare il territorio di produzione di Savorgnano del Torre attraverso vini che ne esprimono le caratteristiche di freschezza e mineralità, puntando sulla qualità, prima di tutto. Qualità che nasce in campagna: la straordinaria attenzione riposta in tutte le pratiche manuali nelle vigne, porta alla piena, uniforme maturazione e sanità delle uve, garantita al consumatore anche attraverso la CERTIFICAZIONE BIOLOGICA da parte di Icea. Il percorso verso la qualità prosegue in cantina: la trasformazione delle uve è rispettosa del lavoro fatto in campagna con l’intento di esaltare le caratteristiche microclimatiche e trasferendo personalità in ogni vino.
Vini prodotti
Vini At (Friulano, Riesling, Sauvignon blanc, Merlot, Refosco)
At è una linea di vini fermentati e affinati in acciaio: in due lettere il nome Aquila del Torre è riassunto in una preposizione inglese, dopo la quale ognuno può sentirsi libero di abbinarci la parol a/luogo che vuole: at home, at restaurant… per simboleggiare il fatto che i vini At sono vini per tutte le occasioni, vini che vogliono dare la possibilità al fruitore di sentirsi libero di stapparne una bottiglia per donarsi una coccola quotidiana, perché ogni giorno è importante festeggiare. Le etichette trasferiscono un’immagine fresca, si presenteranno in una veste simile ai giovani produttori, scherzosamente, la logica si basa sulla volontà di non prendersi troppo sul serio e avvicinare il vino ai coetanei, che spesso si trovano intimiditi ad affrontarlo, a volte più attratti da altri tipi di bevande.
Sono i vini provenienti dai vigneti più giovani (età media 15 anni), fermentazione e maturazione in contenitori di acciaio inox
Le selezioni e i cru (Picolit, Ronc di Miez – Friulano, Vit dai Maz – Sauvignon, Oasi – Picolit Secco, Solsire – Merlot e Refosco)
Le Selezioni sono i vini che derivano dalle migliori uve, meticolosamente selezionate a mano, dei vigneti più vecchi, ubicati nelle zone più vocate della superficie collinare aziendale. Successivamente vinificati e affinati in carati di rovere francese, maturano in bottiglia per circa un anno. Si apprezza la loro longevità, il tempo è loro grande amico. I Cru nascono dalla ricerca effettuata in primo luogo in campagna, volta ad individuare i vigneti, le parcelle dove un determinato varietale raggiunge la sua massima espressione. All’interno della proprietà sono state definite 2 parcelle speciali, ognuna con proprie caratteristiche pedoclimatiche: il Vit di Maz, per il Sauvignon blanc, e il Ronc di Miez, per il Friulano. Queste parcelle vengono vendemmiate e vinificate separatamente, l’affinamento del vino avviene in carati di rovere francese per poi proseguire con un’ulteriore maturazione in bottiglia di circa un anno, la longevità in bottiglia è la loro caratteristica distintiva.
Sono i vini provenienti da selezioni di uve da vigneti storici (età media 40 anni), fermentazione e maturazione in carati di rovere.
Le icone aziendali
Biodiversità: Aquila del Torre è una vera e propria oasi naturale, in cui viticoltura e natura coesistono armonicamente. La vicinanza del bosco permette l’accesso da parte degli insetti benefici che lo abitano (ad esempio le coccinelle) all’interno del vigneto, questi insetti sono fondamentali perché predatori rispetto a quelli dannosi per la vite. Ciò è incoraggiato da pratiche agronomiche biologiche: il diserbo chimico sottofila non è praticato al fine di non intaccare la linfa vitale della vite e per evitare l’erosione del terreno. Grazie a questo è possibile una presenza massiccia di erbe spontanee nel vigneto, fenomeno accertato dal Dipartimento di biologia applicata alla difesa delle piante dell’Università degli Studi di Udine. Elementi che, coniugati ad un’oculata rispettosa gestione del territorio da parte dell’azienda, hanno portato alla salvaguardia di una notevole biodiversità specifica, ecologica e bio geografica.
Terreno Flysch: il terreno di Aquila del Torre consiste nel Flysch (stratificazione di marne arenarie di 45 milioni di anni di età, risalente quindi all’epoca eocenica). Questo suolo in principio costituiva il fondo marino e lagunare, che nel tempo ha formato le colline su cui ora giacciono i vigneti di Aquila del Torre. Ciò è fondamentale poiché le viti affondano le radici in questo terreno, traendone grande mineralità, conferendo sapidità ed intrinseca freschezza ai vini.
Vento: grazie alla catena montuosa delle Alpi Giulie alle spalle dei vigneti, Aquila del Torre si trova in una posizione ben riparata dai venti freddi del Nord. Dall’altra parte le correnti più calde provenienti dal Mare Adriatico soffiano costantemente, garantendo una continua ventilazione interfilare, sinonimo di sanità della pianta e, nei mesi estivi, delle uve.
Colline: la pendenza su cui sono adagiati i vigneti è notevole, per questo i terrazzamenti sono monofilare, garantendo l’esposizione ottimale della pianta: ricevendo uniformemente i raggi solari la piena maturazione delle uve è assicurata. La ripidità delle colline è estrema, ragione per cui tutte le azioni in campagna vengono eseguite manualmente con la massima cura, un esempio di viticoltura eroica.