Le vigne del Cavalier Terenzi

Armando Terenzi - Barricaia

Con Affile alle spalle mi dirigo a La Forma, nel comune di Serrone, dove mi aspetta in azienda Armando Terenzi il figlio di Giovanni, il capostipite, da poco nominato Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana di questa bellissima azienda interamente a conduzione familiare.

Giuridicamente l’azienda nasce nel ’74, ma già dagli anni ’50 il nonno produceva oltre al vino, frutta e ortaggi.

I Terenzi possiedono oggi 10 ettari totali: 8 di vigna e 2 di uliveto.

Producono sia Cesanese che Passerina e una piccolissima parte di Sangiovese.

La Passerina non è quella delle Marche, ma è un vitigno autoctono, ci sono carte che attestano questa varietà già dalla fine del 1700 e nasce da un innesto su un trebbiano.

Non appena arrivati, prendiamo la sua auto e andiamo a visitare il vigneto più importante, il Vajoscuro, di circa quattro ettari che si trova nel comune di Piglio, da dove nasce la loro Riserva.

Armando Terenzi Vigna Vajoscuro

Con Armando è semplice entrare in sintonia, è una persona schietta e sincera che ama così tanto il suo lavoro ed il suo territorio che attraverso le sua parole riesce facilmente a coinvolgerti.

Durante il tragitto mi fa notare come un produttore abbia coltivato la vigna con il cosiddetto Promiscuo, dove ad una fila di ulivi si alternava una fila di viti per l’intero appezzamento, ovviamente oggi non è più praticata per motivi intuibili.

Arrivati, la prima cosa che mi colpisce è una meravigliosa quercia secolare che ombreggia un casolare in pietra, con a fianco un grande tavolo in legno che in primavera e autunno utilizzano per fare le degustazioni.

Il terreno è in pendenza, visibilmente calcareo e ricco di sassi nella parte alta con terra prima rossa e poi scura nella parte bassa.

Il vigneto è maniacalmente ordinato, è il papà Giovanni, che nonostante l’età, se ne occupa in prima persona con amore e cura.

Le vigne si trovano a 500 m slm e l’esposizione è a sud-ovest con allevamento a cordone speronato.

Armando mi spiega che in questa zona c’è un bellissimo vento continuo e costante che non permette ristagni e tiene sempre tutto ben asciutto, quindi ideale per questa varietà che avendo un grappolo piccolo e serrato è soggetta a muffe.

Nella parte più alta viene coltivata l’uva che andrà a far parte di quel meraviglioso vino che è il Cesanese del Piglio Riserva Vajoscuro, mentre le uve della parte più bassa sono destinate al vino d’entrata: Cesanese del Piglio.

Il nome della Riserva deriva da questa area che qui si chiama Vadoscuro e che facilmente in dialetto diventa Vajoscuro.

Il vino “base”, fa affinamento in acciaio, mentre la Riserva fa sia legno grande che piccolo.

Vite maritata

 

Camminando per la vigna scorgo una cosa che non avevo mai visto prima, la vite maritata, una vite di quasi 60 anni abbracciata ad un albero come due corpi fusi in uno. Armando l’ha lasciata lì solo per mostra. Mi dice: “questa si utilizzava negli anni 30/40 prima dell’arrivo dei trattori”.

Qui la vendemmia è interamente fatta a mano e si raccolgono 80 quintali per ettaro sebbene da disciplinare ne siano previsti 90.

Accanto alla vigna di Vajoscuro, i Terenzi, ne hanno piantata un’altra di sangiovese grosso da cui ottengono il Quercia Rossa che matura 2 anni in barrique e 2 in bottiglia.

Questo nome è in onore di quella quercia menzionata prima che in autunno fa mostra delle sue belle foglie che da gialle diventano rosse ed infine marroni e poi cadono.

Tornati in azienda, prima di fare il giro dove mi spiegherà tutte le fasi della vinificazione, Armando mi mostra un vecchio vigneto del ’62, il Velobra, dal nome della contrada, tutto impiantato a cesanese di Affile con un 10% di sangiovese.

L’ultimo passaggio, è la bellissima sala da degustazione, una struttura rialzata sopra l’azienda con dei grandi vetri dove perdersi osservando l’incantevole paesaggio rurale.

In questa meravigliosa stanza Armando ci ha fatto assaggiare i suoi prodotti accompagnati da alcuni affettati e formaggi tipici della zona.

I vini dei Terenzi sono tutti molto territoriali e di ottima qualità dalla Passerina barricata Zerlì, al Cesanese del Piglio superiore Colle Forma, al Velobra; ma uno mi ha conquistato più degli altri, la Riserva Vajoscuro 2015.

Il Vajoscuro si presenta di un bel rosso rubino molto compatto. Incipit olfattivo intenso di ciliege sotto spirito, prugna in confettura e more per poi lasciare spazio ad un delicato ricordo di violetta; i profumi proseguono guidati da una bella nota balsamica che si alterna a spezie dolci e lievi sentori tostati, cannella e polvere di cacao. In bocca è dinamico e succoso con tannini ben levigati ed integrati. La sua lunga persistenza sfuma lasciando ricordi balsamici e speziati.

Ad oggi questa azienda è un eccellenza del Lazio e grazie alla sua politica di grande qualità, vende in tutto il mondo: dall’Asia, all’America e dall’Australia all’Europa.

Per questo motivo, se tra i vostri viaggi vi capiterà di visitare questo bel territorio del frusinate, vi consiglio di chiamare Armando e fare un salto in azienda (www.viniterenzi.com)

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