Slow Wine 2018: le chicche tra le chiocciole

Tra le varie guide in presentazione in questo mese quella edita da Slow Food si staglia per lo meno per la location che, da qualche anno, accoglie la degustazione: le Terme Tettuccio di Montecatini.

La giornata era splendida, un clima caldo autunnale che ha contribuito senz’altro ad aumentare l’atmosfera fetosa che si respirava.

La presenza dei grandi nomi dell’enologia italiana ci intriga, la voglia di assaggiare la nuova produzione di Tenuta San Guido, l’Annamaria Clementi di Ca’ del Bosco, Mosnel con la nuova annata del’EBB, i grandi Baroli di Vietti, dei vari Conterno e Mascarello Bartolo, i Barbareschi di Gaja, Sottimano e Castello di Neive; il meglio del meglio che un amante del vino di qualità potrebbe trovare tutto a disposizione nello stesso luogo.

Il nostro intento era, però, quello di andare a scoprire qualche chicca più o meno conosciuta, andando a cercare tra le novità, a scovare non per forza nel “mainstream” del vino, per trovare qualcosa che possa darci quelle emozioni che cerchiamo nel vino, quell’insieme unico di piacevolezza sensoriale, di espressione di un territorio, di un incontro con le persone che lo hanno creato. La nostra aspettativa non è stata per niente delusa e vorremmo condividere qualche bella emozioni vissuta tramite questi vini.

Ferrari Perlé Zero Cuvée Zero 10: mosaico dei millesimi 2006, 2008 e 2009 che rimane per 6 anni sui lieviti, una parte affinata in acciaio, una parte in legno e un lungo riposo in vetro. Nuova produzione che stupisce per l’espressività così potente ed elegante al tempo stesso, un perlage di grande livello, esaltato dalla morbidezza dello Chardonnay e una persistenza in bocca invidiabile. Strepitoso

Francesco Poli Naranis 2015: Solaris e Bronner vinificati in bianco e passati in acciaio per esprimere tutte le particolarità di questi due vitigni resistenti. Il vino ne risulta intenso e floreale grazie al Solaris e potente grazie al Bronner. Da provare

Francesco Poli Vin Santo 2004: Nosiola fermentata in acciaio per 2 anni, per dare il tempo alla lenta fermentazione di fare il suo corso, poi legno per tanto tempo. Il risultato è un vino di grande intensità olfattiva con tipici sentori varietali di nocciola e un insieme di profumi e aromi terziari di grandissima espressione senza essere irruenti. Eterno

Cantina Toblino Nosiola 2016: Le cantine sociali in Trentino funzionano e questa ne è un gran bell’esempio ulteriore. La Nosiola di questi 650 produttori riuniti è affinata in acciaio e il risultato sono sentori agrumati, la tipica nocciola, spezie di cardamomo e muschio. Delicato

Milič Bianco Bezga Lune 2015: Vitovska e Malvasia Istriana in un blend che colpisce per eleganza. Note di sambuco, miele, sentori decisi con note balsamiche. In bocca una bella freschezza supportata da una degna trama materica. Elegante

Damijan Podversic Nekaj 2013: tocai friulano di sostanza. Macerazione di 80 giorni e affinamento in botte per quasi due anni; il risultato è un vino vibrante, con sentori di polpa di frutta matura e candita. Pesca, albicocca, ma anche spezie, miele, note leggermente balsamiche e agrumate. Esuberante

Marjan Simčič Pinot Nero Opoka 2013: Pinot Nero da un vigneto considerato un Gran Cru, affinato per 48 mesi in barrique, delle quali il 30% nuove. Il riusultato è preciso, molto dritto e inappuntabile nei sentori di frutta di bosco, di erbe officinali con dei profumi terziari già presenti ed eleganti. Austero

D’Araprì Riserva Nobile 2013: splendida interpretazione del bombino bianco in purezza spumantizzato con sapienza e lasciato riposare 48 mesi sui lieviti. Al naso è intenso ed elegante, con note avvolgenti di pasticceria contornate da note più citriche. In bocca è intenso con un perlage di una bella finezza. Spumeggiante

Florio Aegusa Riserva 1989: Marsala Superiore semi-secco ambra di solo Grillo  fatto sostare per 19 anni anni in antichi carati da 300 litri e da luglio 2008 in bottiglia. Il risultato è un vino di uno di quei colori che non hanno scala nelle schede di degustazione, ricorda un topazio per la sua brillantezza. Senza neanche avvicinarlo al naso i sentori di frutta disidratata, di dattero, di fico, di frutta secca, assieme a note di spezie dolci, incenso e caramello, si mischiano con l’uva passa, la zagara, la buccia d’arancia candita: un mondo antico siciliano nel bicchiere. In bocca è profondo, lungo e di grande intensità, stupisce per l’equilibrio, esalta per la spinta gustativa, entusiasma per la bevibilità così facile nonostante gli anni. Senza tempo

 

Le emozioni che ci portiamo dietro dopo questa esperienza sono tante e la bellezza delle persone incontrate e dei vini assaggiati in un contorno così splendido trascende ogni attesa per gli assaggi, ogni difficoltà nella comunicazione nella calca, ogni dispiacere per essere arrivati tardi ad assaggiarne alcuni. Il mondo del vino regala emozioni dietro l’angolo solo a chi ha voglia di mettersi in marcia per scoprirle.

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