Fattoria San Vito rinasce dopo l’incendio sul Monte Pisano

Ho visitato Fattoria San Vito lo scorso Ferragosto.

Stavo preparando il mio articolo quando ho letto sulla stampa la notizia dell’incendio che ha distrutto una vasta area boschiva del Monte Pisano, nel comune di Calci che ha purtroppo colpito anche una parte dell’azienda.

La Valgraziosa è un territorio di grande suggestione, il cui fulcro è la Certosa di Pisa, stravagante nella sua mole, come lo sono, in genere, tutte le certose, immersa negli uliveti che risalgono la china della montagna.

Qui Roberta e Matteo hanno dato voce al loro sentimento di ritorno alla natura, recuperando vigne e oliveti di famiglia, riportandoli al protocollo biologico e dedicandosi alla crescita organica della loro azienda.

Il territorio

Una perla, oasi di pace e di verde ove regnano gli ulivi, come in molte zone della Toscana. Tre ettari di “oliveta”, come si dice qui, con le cultivar leccino, moraiolo e frantoiano, raccolta manuale, coltivazione e lavorazione in biologico.

L’olio è ottimo, bassa acidità e grande ricchezza aromatica ma assolutamente non invasivo, tanto all’olfatto quanto al gusto.

Le viti sono spesso vecchie e legate al territorio, di cui rappresentano l’espressione più tipica. Così, tra i filari, larghi e inerbiti a leguminose, con sfalcio primaverile e sovescio, trattati solo con bordolese, alghe e propoli, ritroviamo le varietà più significative del territorio.

Trebbiano, Malvasia, Vermentino, Sangiovese, Canaiolo e Colorino, ma anche qualche filare storico di Cabernet Sauvignon e Merlot.

I vini

I vini rientrano tutti nella IGT Toscana e hanno nomi derivanti dai toponimi della valle: Cartusia, SantoPietro, Verrucano, Nicosia.

Nicosia, bianco, macera sulle bucce per cinque giorni, poi va in acciaio. Vino complesso che accosta i sentori di frutta estiva a quelli evocati dalla brezza del vicino Tirreno.

Verrucano, rosso, con uvaggio ampissimo, bianco e nero, come l’antica tradizione toscana vuole, è fresco e gastronomico, con grande beva.

SantoPietro, rosso “bordolese”, con lunga macerazione sulle bucce seguita ad affinamento in acciaio è un vino di bel corpo, caldo e avvolgente.

Matteo PiccioliCartusia, la Certosa, è il re, il Sangiovese in purezza, con lunga macerazione e dieci mesi di affinamento in acciaio. Tutta la Toscana nel calice.

Matteo mi fa assaggiare anche un ottimo e freschissimo Bianco Toscana IGT, vino estivo, macerato e leggermente carbonico.

L’incendio

Il 25 settembre scorso, un incendio verosimilmente doloso ha devastato per oltre due giorni tutta l’area del Monte Pisano, distruggendo una parte importante degli oliveti di Fattoria San Vito.

Il territorio, lo amiamo o almeno così diciamo. Poi però non ci risparmiamo di insozzarlo con la nostra spazzatura e, non soddisfatti, accettiamo la logica brutale e raccapricciante che c’è dietro alle discariche abusive e ai focolai dolosi che funestano da sempre le estati.

A parole, già, a parole, siamo talvolta indignati, forse sdegnati. Nei fatti invece accettiamo senza muovere un ciglio che il nostro territorio sia scempiato.

Ma io voglio essere confidente nel nostro bel Paese ed in un futuro di ecosostenibilità che è sempre più necessario per tutelare quella incommensurabile ricchezza culturale che abbiamo tutti il dovere di preservare.

Grazie a Roberta e Matteo, che si sono da subito rimboccati le maniche per ricominciare!

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