Anche una piccola delegazione di Wonderland.Wine ha partecipato alla presentazione dei migliori vini d’Italia secondo la guida del Gambero Rosso 2018 che si è tenuta a Torino il 29 ottobre presso l’NH Hotel Lingotto Tech. Nella selezione delle etichette presentate a Torino spiccano nomi altisonanti e ci prepariamo a farci strada tra la folta folla di appassionati che si è radunata per l’occasione. Attirati da nomi prestigiosi, incuriositi da promettenti esordienti iniziamo a degustare alcuni rossi valdostani e piemontesi, per poi spostarci verso trentini, alto atesini e veneti. Dobbiamo attendere quasi un’ora prima che i bianchi e gli spumanti arrivino a temperatura; solo allora possiamo dedicarci ai cremosi spumanti lombardi, ai fermi friulani, marchigiani, liguri e sardi.
È una domenica di campionato e l’orecchio è teso ai risultati del Napoli che espugna Verona (sponda Chievo) e della Lazio che sopraffa il Benevento. Ci sentiamo quindi anche noi un po’ allenatori di questa squadra di grandi vini e proviamo a darvi la nostra formazione. E con la voce di Riccardo Cucchi leggiamo la distinta:
A difendere i pali della porta
- Masi Amarone della Valpollicella Classico Campolongo di Torbe 2011: cantina dell’anno secondo l’Espresso. Granitico nelle sue note di confettura e scattante nella freschezza imperiosa
Con la difesa schierata a quattro ci sono:
- Les Crêtes Valle d’Aosta Nebbiolo Sommet 2015: tannino soffice e acidità in grado di rivaleggiare con i più ostici attacchi gastronomici.
- La Crotta di Vegneron Valle d’Aosta Chambave Moscato Passito Prieuré 2015: grande complessità da vero campione, eterno.
- Cantina Terlano A. A. Terlano Sauvignon Quarz 2015: tutte le qualità del grande fuoriclasse, un bagliore di sentori infinito ed una decisione da stopper di razza.
- Vietti Barolo Villero Riserva 2009: in grado di inebriare con il suo gioco di profumi, in bocca non si risparmia e il tannino fa sentire la sua presenza determinata.
In cabina di regia a centrocampo troviamo
- Bellavista Franciacorta Pas Operé 2010: grazie alla sua struttura e frizzantezza riesce a far di ogni bicchiere un’esperienza perfetta.
- Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2016: impressiona per la mineralità e la complessità che corrono sulle ali della bocca. Instancabile.
- Giorgio Scarzelle e Figli Barolo Sarmassa Vigna Merenda 2010: nuovissimo acquisto che già conquista il ruolo da titolare con un gioco di profumi e sentori degni di una promessa che regalerà tante soddisfazioni anche in futuro.
Il peso dell’attacco è tutto sulle spalle di
- Donnafugata Passito di Pantelleria Ben Ryé 2015: esprime tutte le capacità della terra da cui proviene. Di gran corpo, quasi da masticare, attacca in bocca e non molla un attimo.
- Pala Vermentino di Sardegna Stellato 2016: la sostanza non gli manca e regala grandi prodezze in bocca.
- Pico Maccario Barbera d’Asti Superiore Epico 2015: epico in tutti i sensi. Preciso e, nonostante questo, con una grande capacità di stupire con prodezze in grado di lasciare il segno.
In panchina gli esordienti:
- Paolo Manzone, Barolo Riserva 2011: un naso importante e sentori in bocca di bella espressione. 6 anni di preparazione di cui 2 in ceramica, ha bisogno ancora di panchina essendo di Serralunga, ma appena entra in campo dà il meglio.
- Marcalberto Extra Brut Millesimo2Mila12: prima annata, 60 mesi sui lieviti e si presenta come una promessa già mantenuta, che è in grado di dare grande soddisfazioni.
A guidare la formazione:
- Ferrari Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006: un campione indiscusso che si presenta come punto di riferimento. È in grado di ispirare e di delineare le tattiche di chi lo vuole seguire come esempio indiscusso di chi sa come giocare sempre al meglio le partite.
Author Profile

- Nato a Novara nel 1985, laureato in Medicina e Chirurgia, ha frequentato i corsi AIS di Torino appassionandosi al mondo del vino anche grazie ad uno splendido gruppo di amici. Sempre alla ricerca di piccole realtà vinicole, gira per cantine degustando chicche del territorio.
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