Un raggio di sole dopo la burrasca

Cosa significa? Ricostruiamo gli antefatti: si è consumato, dopo numerosi anni, un divorzio tra l’Ente Fiere Piacenza e la FIVI, l’associazione dei Viticoltori Indipendenti che, da oltre 10 anni, proponeva a fine Novembre a Piacenza una mostra mercato di promozione e vendita vini dei suoi associati.
Come spesso accade, i divorzi sono burrascosi e possono lasciare ferite: la FIVI, dopo un duro confronto con l’Ente Fiere Piacenza, si è spostata a Bologna, dove, dal 25 al 27 Novembre si è svolta, con una buona organizzazione, spazi ampi, stand ben collocati, la 12ma edizione del Mercato dei Vini FIVI, con anche opportunità di scambio di opinioni con gli oltre 1000 produttori presenti, nonostante una presenza numerosa anche di visitatori: un raggio di sole dopo la burrasca.
A Bologna alcuni produttori sono intervenuti per la prima volta o sono ritornati, come Picech da Cormons in provincia di Gorizia, che era alla prima partecipazione all’evento: esprime nel suo modo di essere ed anche nei sui vini la sua provenienza da una terra di confine, piena di ardore e di contrasti; il suo Collio, che non viene chiamato Collio in etichetta, porta il nome della mamma slovena Jelka e viene prodotto con i tre vitigni storici (Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia); 15 giorni di macerazione sulle bucce, 1 anno di permanenza in botte grande, non ha il colore di un orange wine, ma in bocca ha il corpo e la struttura quasi di un rosso, con la grande eleganza che il blend dei tre vini sa offrire nel Collio. Forteto della Luja, azienda di Loazzolo gestita da Giovanni Scaglione in una oasi WWF, ritorna al Mercato dei Vini dopo l’assenza e si presenza con Cristina, la moglie di Giovanni, accompagnata dalla giovane figlia; non si aspettava tutto l’interesse che i visitatori le hanno dedicato, e nel pomeriggio di domenica già ha finito tutto il moscato, sia quello passito (il Piasa Rischei, vino amato anche da Veronelli) che quello ‘classico’ frizzante. Il Piasa San Maurizio, con un finale agrumato e fresco che pulisce bene la bocca.


E Piacenza? L’Ente Fiere Piacenza, con il coordinamento di un comitato tecnico che annovera tra i componenti anche Antonello Maietta, Sommellier già presidente AIS, ha organizzato una Fiera dei Vini la settimana prima, dal 18 al 20 Novembre, con il rischio di essere troppo ravvicinata con il Mercato dei Vini. Oltre 200 cantine presenti, da tutta Italia con alcuni ospiti Oltralpe, come L’azienda Tenon dalla valle del Rodano meridionale: presenta il Cotes Du Ventoux 2001 (!!!), da uve Syrah, Grenache, Mourvedre: potenza elegante unita a freschezza da ‘diversamente giovane’ . Alcuni produttori hanno deciso di partecipare ad entrambe le manifestazioni, come Fenech da Pantelleria che, oltre ai vini, porta i capperi, buonissimi. Giulia, della cantina goriziana Cociancig, ha rivisitato le etichette dei vini di famiglia inserendo piacevoli schizzi di colore, pur mantenendo il tino dell’etichetta originale: tradizione e rinnovamento; il suo Friulano ha un bellissimo bouquet di fiori e frutta gialla che coerentemente si sentono anche in bocca, con un bel finale sapido e fresco. Banino, da S. Colombano al Lambro, provincia di Milano, è a 20 chilometri dalla fiera di Piacenza, non poteva mancare: è stato l’antesignano dei Viticoltori Indipendenti, e ha come punta di diamante della sua produzione il suo San Colombano d.o.c., blend di Barbera, Croatina, Uva Rara con piccola aggiunta di Merlot e Cabernet Franc, un elegante blend che unisce armonicamente morbidezza e forza sia al naso che in bocca. I visitatori ci sono stati, in numero non elevato ma cmq molto interessati a scoprire questa nuova Fiera che, alla prima edizione, ha dimostrato le sue potenzialità; l’interesse sul mondo del buon vino c’è: anche in questo caso, si è visto un raggio di sole dopo la burrasca.

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