Ho conosciuto la cantina Aquila del Torre (Povoletto – Udine) al Wine Festival di Bassano.
E per fortuna, perché difficilissimo è recuperare un gioiello come il suo Vit dai Maz 2013 senza contattare direttamente il produttore.
L’azienda ha certificazione biologica ed etica ICEA, ed è situata in un unico fondo a forma di aquila, con 18 ettari vitati e ben 66 a bosco.
Proprio da una piccola particella di vigneto (il Vit dai Maz) viene prodotto il Friuli Colli Orientali DOC, a base di Sauvignon Blanc. Viene realizzata una fermentazione spontanea con lieviti indigeni in carati di rovere francese e il prodotto risultante è affinato per 12 mesi sui lieviti.
Una volta versato, dà vita a degli splendidi colori dorati, e la sua consistenza è evidente.
Ma è al naso che rivela una finezza unica: prepotenti e intensi sono i sentori di frutta a polpa gialla, ananas e mango, congiunti alla mineralità di idrocarburi e pietra bagnata, merito delle marne e arenarie sulle quali cresce l’uva. Muovendo il bicchiere si aggiunge la rosa bianca, il glicine e il lillà, oltre ad una pungente salvia.
Ancora prima di berlo è già un colpo di fulmine. Ma in bocca… morbidezza e freschezza, poi sapidità. Decisamente un bel prodotto, equilibrato e in bocca è lunghissimo: persiste per moltissimi minuti, sembra praticamente non volersene mai andare.
L’alcool non si percepisce, ma il Vit dai Maz ha ben 13,5% di titolo alcolometrico. Niente male per un bianco del nord Italia.
Il Vit dai Maz è decisamente un vino elegante, ricco al naso, e armonioso in bocca. Non a caso è stato eletto miglior Sauvignon del 2015.
L’abbinamento con la cena preparata è ottimale: involtino vegetariano di verza con formaggio stagionato