Baladin: oltre le solite note

È facile trovarsi d’accordo sul considerare il “Cantastorie” Teo Musso un genio dell’imprenditoria. Ha aperto il sipario su un settore nel quale noi Italiani non avevamo tante eccellenze e il suo spirito di inventiva ha dato il “la” a generazioni di giovani che hanno scoperto che si poteva fare birra buona e di qualità fuori dal coro, anche in un paese dove il consumo di questa bevanda non è tradizionale.

Non sta a noi dare giudizi sul passaggio da una produzione artigianale/industriale a una industriale/artigianale, sono ritornelli già sentiti e sono poco nelle nostre corde.

Piuttosto, vogliamo sottolineare la caparbietà e l’originalità nel panorama italiano di un personaggio che non segue il tempo, lo crea e ama sicuramente guardarsi indietro a vedere chi è in grado di seguire il suo ritmo.

In un viaggio di piacere, mi è capitato di passare per Piozzo, il paese che ha visto nascere questa avventura e, per rievocare i tempi della gioventù, volevamo riascoltare l’eco delle serate passate in quella birreria. Entrando nella piazza del paese, tutto chiuso e un solo cartello a rompere il silenzio: ci siamo trasferiti seguito da una cartina poco chiara a supporto.
Assecondando le poche indicazioni siamo riusciti ad arrivare a destinazione e ci si è aperto un nuovo mondo ottimamente orchestrato: un vecchio cascinale sistemato con grande armonia in un connubio di diversi generi, come se avessero spostato una tipica cascina piemontese nella savana africana.

E allora ci si trova in un parco africano che si apre ad libitum tra sdraio da accampamento immerse in una vegetazione da Masai Mara e finti fuochi da bivacchi con ombrelloni che sembrano usciti dal film di Pollack. La casa coloniale è, però, un antico cascinale piemontese che sembra raccontare di un tempo molto remoto con il suo forno, le stalle adattate a sala e i piani superiori che ospitano il ristorante Casa Baladin, un bar decorato in stile coloniale, una cioccolateria (sic!) , la barricata per le nuove birre invecchiate e un’acetaia in corso d’opera. Il tutto caratterizzato da uno stile che mixa modernariato ad antico, in un’armonia piacevole e che crea un andamento quasi sinfonico.

Il sistema per prendere da mangiare e da bere è lo stesso già sentito agli eventi Open di Baladin, cambi i soldi e prendi i piatti o la birra nei vari stand. Alette di pollo scoppiettanti nel josper, le ormai note fatate (patate da sacchetto fritte e condite al momento), stinchi e hamburger a chiudere la banda, il tutto accompagnato dalla selezione completa di birra Baladin e da musica che arriva dai vinili sul palco all’entrata.

E poi tanti eventi, un forno a legna e pizzaioli di grido a far pizze, serate di musica dal vivo e ogni domenica il pic-nic Baladin con griglie a disposizione per le famiglie alimentate da un grande braciere centrale; la possibilità di comprare la carne e verdure dal mercato racContadino direttamente dai produttori: “…perché la Birra è Terra e Condivisione”. Un mantra da far risuonare.

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