Le colline di Gavi, l’estate e il piacere dei vini

Colline di Gavi

Le colline del Gavi sono una delle eccellenze paesaggistiche piemontesi e, oltre ad offrire rifugio alle calure estive grazie alle brezze che giungono dal mar ligure, sono zona di produzione enologica di alta qualità.

La storia che lega le colline del Gavi al vino parte da lontano: il primo documento ufficiale risale al 3 giugno 972 D.C., data in cui l’Arcivescovo di Genova Teodolfo assegnava in concessione a due signori del luogo, Pietro e Andrea, “….uomini liberi i vigneti e i castagneti che la Chiesa genovese possiede nei luoghi di Gavi e di Meirana…..”.

I patrizi genovesi diedero anche inizio alla coltivazione di grappoli a bacca bianca in quella zona di Piemonte che ha sempre vissuto in stretto legame con Genova e la sua aristocrazia. I nobili della città della lanterna, per poter abbinare un vino alla loro cucina mediterranea, caratterizzata principalmente da pesce e carni bianche, sostituirono le varietà a bacca nera come il “nibiò” (nome locale del dolcetto) con il vitigno del cortese.

Gavi - Vitigno cortese

Grazie all’elevata acidità totale delle sue uve, questo vitigno da sempre è stato utilizzato come materia prima per la produzione di vini bianchi nonché dei più importanti “metodo classico” della regione. Fu Louis Oudard, enologo francese che lavorò anche presso le cantine di Cavour a Grinzane, il primo ad utilizzare le uve di cortese per i suoi spumanti, favorendone una notorietà che, limitata inizialmente alla sola Lombardia e alla Savoia, a partire dal 1860 ne estese il commercio in Germania, Svizzera e Sud America.

Esattamente mille anni dopo la storica concessione dell’Arcivescovo di Genova, la famiglia Broglia acquista la tenuta “La Meirana”, nel cuore del territorio del Gavi, denominazione che stava acquistando maggior prestigio, fino a competere con i grandi bianchi non solo piemontesi. Trascorrono solo due anni, e nel 1974 viene concessa la DOC Gavi e la famiglia Broglia imbottiglia il suo primo vino.

Broglia 1974 - Bianco secco di Gavi

Oggi i 65 ettari vitati, dei circa 100 totali della tenuta, producono uve per circa 700.000 bottiglie annue, quasi tutte, il 93 per cento, destinate ai mercati esteri, con prevalenza per le destinazioni del nord America, Regno Unito, Russia. Fin dall’inizio la famiglia Broglia ha avuto un occhio di riguardo all’innovazione in vigneto e in cantina. Da tempo è in piedi una proficua collaborazione con Donato Lanati, membro dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, enologo noto per l’approccio scientifico alla vinificazione, riconosciuto da Wine Enthusiast tra i primi cinque enologi al mondo. L’attitudine all’innovazione scientifica della famiglia Broglia ha previsto collaborazioni con le più importanti università nazionali: l’Università di Torino fu interessata per la ricerca dei nuovi cloni in vigneto mentre con quella di Milano, in particolare con il professor Attilio Scienza, fu condotto uno studio antesignano in cantina sulla realizzazione di vini bianchi senza aggiunta di anidride solforosa. Infine, per esaltare le caratteristiche di mineralità e sapidità del Gavi, Broglia Winery incominciò ad utilizzare esclusivamente vasche in acciaio inossidabile.

La degustazione, condotta sotto la guida di Fabrizio Maccagno, in azienda stretto collaboratore di Donato Lanati, è iniziata con un bicchiere di Roverello, il vino spumante metodo Charmat lungo, ottenuto con le uve dei vigneti più giovani, che lavorano sui terreni a maggior contenuto di argilla, in un contesto territoriale di stampo calcareo marnoso (Marne Serravalliane). Le uve cortese sono vendemmiate in anticipo per mantenere la giovinezza e la freschezza, sia quella al naso, tipicamente floreale e fruttata di pesca, mela e pera, sia al palato, che ritrova le sensazioni già percepite al naso.

Gavi - Broglia - Brut Roverello

 

 

Broglia - Gavi "Il Doge"

 

 

Il Gavi “Il Doge”, il cui nome fu scelto per marcare il legame delle terre di Gavi con i Dogi della Repubblica genovese, è vinificato in temperatura controllata tra i 16 e i 18 gradi centigradi in vasche inox. L’olfatto si manifesta con i sentori floreali e fruttati del Roverello cui si aggiungono sbuffi salini. Il Doge assume le vesti di un vino delicato ed elegante, che si caratterizza per la particolare acidità, freschezza e bevibilità. Il signor Maccagno lo etichetta come un vino che Broglia vende tanto ai wine bar in giro per il mondo, definizione azzeccatissima che non deve far passare sotto gamba che siamo in presenza di un vino molto versatile, che si adatta sia agli aperitivi, sia ad accompagnare la cucina mediterranea e le carni bianche nelle cotture più leggere.

Broglia - Gavi La Meirana

 

Il Gavi “La Meirana” è il vino più rappresentativo della gamma aziendale, non solo perché riporta in etichetta il nome della Tenuta ma per l’importanza che assume per la casse aziendali, in virtù delle 400.000 bottiglie prodotte. Le uve provengono dai vigneti impiantati negli anni 1953 – 1955 sui terreni calcareo-marnosi Serravaliani di cui sopra. Vinificato in acciaio a temperatura controllata, nel corso dell’affinamento semestrale è sottoposto a batonnage bisettimanale. All’analisi organolettica si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, con sentori al naso di fiori bianchi e frutta, in particolare la pesca gialla, che si accompagnano alle sensazioni minerali di gesso e roccia bagnata. Al palato si ritrovano tutte le eccezionali caratteristiche della zona di Gavi: sorso ampio, con il tipico retrogusto di mandorle. Il minerale ritorna sul palato in connubio alla garbata ma presente salinità. L’abbinamento gastronomico migliore è con piatti a base di pesce o con carni bianche.

Dai filari dei vigneti usati per la produzione de “La Meirana” posti più in alto, che godono di più illuminazione e della piena brezza del Mar Ligure, si raccolgono le uve per la produzione del Gavi Bruno Broglia “la miglior produzione della Tenuta” come riporta la documentazione aziendale.

Gavi - Bruno Broglia

La resa per ettaro, dai 30 ai 40 quintali a seconda delle annate, la vinificazione a temperatura controllata e i 18 mesi di affinamento con due batonnage alla settimana, concorrono a confermare la pubblicistica aziendale. Le sensazioni al naso e al palato ricordano i profumi e le sensazioni del Gavi La Meirana; si percepisce maggiore struttura e la spalla acida adatta all’evoluzione, senza perdere negli anni in freschezza e bevibilità. Un grande Gavi che si abbina a pesce e carni bianche più lavorate.

In conclusione, il Broglia Brut, spumante metodo classico nella piena tradizione della zona del Gavi. Il vino proviene da uve raccolte leggermente in anticipo, per assicurare l’acidità necessaria a garantire i migliori risultati delle tante lavorazioni richieste dal metodo classico. Le 5000 bottiglie del Broglia Brut riposano sui lieviti 36 mesi: la sboccatura della bottiglia che abbiamo degustato è avvenuta a settembre 2017. Il magnifico risultato di tanto lavoro è uno spumante di colore giallo paglierino intenso, con profumi fragranti e complessi di fiori gialli, frutta matura bianca e crosta di pane. Il sapore è sapido, fine ed aromatico, persistente, perfettamente integrato con la carbonica. Anche il Broglia Brut si adatta all’aperitivo e ai piatti della cucina mediterranea.

Gavi - Broglia Brut

 

Prosit con i vini del Gavi, con i vini di Broglia

Piemonte Gavi Broglia

 

(Già apparso in versione ridotta su LangheRoeroMonferrato)

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