È lunedì mattina, piove. In auto lo stereo passa Where is mymind dei Placebo… La strada piatta corre tra le provincie di Venezia e Treviso, sono circondato da filari di vite tra gli argini del Piave, un cartello stradale indica Fossalta, proprio là dove Ernest Hemingway, volontario durante la grande guerra, fu ferito da un mortaio austriaco. Nel 1948 ritornando in questi luoghi e rievocando l’ammirazione per il Veneto e i suoi paesaggi scriveva “ Di là dal fiume e tra gli alberi”, romanzo di rara intensità emotiva…
“non si dovrebbe mai desiderare troppo, perché si rischia sempre di ottenere quel che si desidera”.
Intanto eccomi arrivato in località Campodipietra a Salgareda (TV), la sede delle Cantine Viticultori del Veneto orientale dove mi aspetta il Dottor Franco Passador, Direttore generale del gruppo Vi.V.O., una tra le principali cooperative vitivinicole di primo grado a livello nazionale, la più grande del nord-est.
Essa comprende le Cantine di Campodipietra, Jesolo, Meolo, Pramaggiore, Portogruaro, Torre di Mosto, Motta di Livenza, Roncade, come pure le Aziende Bosco Malera e Vigna Dogarina. Il prodotto conferito si attesta sui 500.000/600.000 quintali annui, mentre la capacità complessiva di imbottigliamento è di 28 milioni di bottiglie.
Iniziamo la nostra chiacchierata e il Direttore precisa che “Vi.V.O. Cantine è una realtà nata nel 2012 dalla fusione tra la Cantina Produttori Campodipietra e le Cantine Produttori Riuniti del Veneto Orientale, Cantine tutte con una storia di circa sessant’anni, espressione di un territorio tipico, vocato, quello delle aree del Piave e di Lison Pramaggiore.
Si tratta di una fusione, spiega, di estremo interesse ai fini della valorizzazione delle produzioni viticole di dette aree, mediante la vinificazione, l’imbottigliamento e la commercializzazione del vino ottenuto, destinato al mercato globale. Essa consente la realizzazione di strategie di produzione e commercializzazione che permettono di competere a livello mondiale.”
Come viene invece gestito il rapporto con i Soci?
“Il rapporto con i Soci è incentrato su valori forti, radicati, propri del mondo cooperativo, vale a dire, correttezza, trasparenza, collaborazione fattiva, condivisione vera di strategie, progetti , azioni concertate volte ad ottimizzare la qualità della produzione, a difendere l’immagine dell’Azienda, a perseguire costantemente la crescita e lo sviluppo della stessa attraverso anche una buona remunerazione delle uve conferite.
Peraltro, la dimensione economica e sociale rilevano sommamente nella nostra realtà .”
Credo che una delle maggiori peculiarità della Vi.V.O sia quello di operare in diversi terroir e denominazioni, come viene sfruttato tutto ciò?
“La nostra Azienda si caratterizza proprio per una correlazione diretta ed imprescindibile tra le diverse denominazioni e le aree di influenza.
I circa 4000 ettari di superficie vitata coltivati dai nostri Soci appartengono alla DOC Lison-Pramaggiore, alla DOC Piave, alla grande DOC Prosecco, alla DOC Venezia, e, non ultima, alla DOC Pinot Grigio delle Venezie che copre ampie zone del nord-est”.
“La vera forza della nostra realtà è quella di poter produrre vini divers
i come, ad esempio, il Merlot che è possibile ricavare dalla DOC Piave, dalla DOC Lison Pramaggiore, oltre che dalla DOC Venezia e con la dicitura Veneto IGT. Tutto questo è stato possibile in virtù della ferma nostra determinazione di derivare da ogni terroir il prodotto migliore, di esaltarne il valore, riducendo quanto più possibile la distanza esistente tra vigneto e cantina, tra vendemmia e pigiatura, tra produzione e commercializzazione”.
In questa zona sono presenti tanti vitigni che hanno una grande storia alle spalle, basti pensare al Raboso oppure al Refosco dal Peduncolo Rosso ed altri che sono invece frutto della tradizione vinicola aperta alla ricerca e alla sperimentazione come il Cabernet Sauvignon e il Merlot che qui hanno trovato un habitat ideale. Quale, secondo lei, merita maggior successo e ha maggior potenziale per il futuro?
“Personalmente ritengo che per tutti i vini vi siano sempre e comunque margini di crescita e sviluppo, purtuttavia, tra essi merita una considerazione particolare il Refosco dal Peduncolo Rosso, tipico di queste zone, oltre che del confinante Friuli, buono sia giovane che in versione invecchiata, che dovrebbe indubbiamente avere maggiore apprezzamento e risonanza proprio per la sua ottima struttura”.
Quanto conta il Prosecco per la Vi.V.O.?
“Il Prosecco è un prodotto di successo che ci permette di penetrare nei mercati esteri, in Inghilterra, Usa e Germania, e la sua crescita traina ora tutto il comparto. È per noi tutti motivo di orgoglio e di soddisfazione. È il driver, un’eccellenza, un patrimonio che merita di essere valorizzato e portato nel mondo. Per questo, a diversi livelli, si ritiene che vi sia la necessità di riposizionarlo a valori più consoni e in che tal senso si debbano elaborare strategie e pianificazioni di business aziendali prudenti e lungimiranti.
Cosa può invece raccontarci del progetto “Cantine dei talenti”?
“Si tratta di un progetto ancora in fase embrionale, avviato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di San Donà di Piave che coinvolge non solo il comparto del vino ma anche quello dell’agricoltura e del commercio di questo territorio. Allo stato attuale è prevista un’area food and beverage e un incubatore di iniziative volte allo sviluppo e alla promozione del settore agricolo-enologico e commerciale del comprensorio”.
Come vede il futuro del vino veneto e quello della Vi.V.O.?
“Sono ragionevolmente ottimista. Il Veneto è tra le regioni che hanno capito prima di altre che bisognava ristrutturare il settore, e in tal senso si sono compiuti investimenti notevoli per parte delle singole aziende, ma anche per parte della Regione, che, va riconosciuto con tutta onestà, ha dato risposte concrete ed efficaci alla istanze dei viticultori. Non solo. La partecipazione a bandi europei è stata importante per la nostra Regione, che è ora attrezzata, pronta a fronteggiare la sfida dei mercati esteri. Incoraggia poi l’interesse riservato al settore dai media, dagli operatori turistici, dagli opinionisti e soprattutto dal numero considerevole di giovani che si sono avvicinati o sono occupati in esso.
Per quanto concerne Vi.V.O., il Gruppo ha chiuso il bilancio 2017 con due risultati di assoluto rilievo: un fatturato aggregato di 110 milioni di euro ed un liquidato totale per i soci di circa 50 milioni di euro, come valore dei prodotti conferiti. Ora si debbono però consolidare le posizioni raggiunte nei mercati esteri e c’è la volontà di crescere ancora, di capire l’evoluzione del mercato estero, il gusto dei consumatori e di offrire politiche commerciali mirate. È una sfida importante, che impone elevata professionalità e forte senso di responsabilità. Una sfida che non dobbiamo e non possiamo perdere ”.
Lasciamo la Vi.V.O. con la sensazione che la volontà di questa realtà sia quella di essere protagonista rispettando però i produttori, il territorio e i consumatori, proprio nel solco della grande tradizione di queste terre.