Cantine Fina: a Marsala non si beve solo Marsala

Marsala - Cantine Fina - Tramonto

Ci  sono luoghi dove un uomo va a rifugiarsi, “stacca la spina”, si riposa veramente. Un posto dove trova buoni amici ad accoglierlo, dove il paesaggio non è contorno ma protagonista, dove senti odori, rumori e voci che mai sentirai altrove.

Marsala - Cantine Fina - Vista notturnaMarsala non è solo una città, è un fulcro ma anche un estremo, non solo sole, non solo mare, non solo sale.

La provincia più vitata d’Italia, un terroir ( ah già si parla di vino) unico, condizioni ideali per la vite.

Ma tutto ciò non basta, bisogna affidare l’uva a mani sapienti. E qui allora raccontiamo la storia di una famiglia che ha portato innovazione  pur mantenendo stabile la linearità aziendale.

Cantine Fina - Vista dalla terrazza del baglio-cantinaCi accoglie Marco Fina, responsabile commerciale delle cantine Fina, raccontandoci che “la nostra idea di accoglienza vuole trasmettere, aldilà della piacevolezza dei nostri vini, l’emozione e l’unicità del luogo”.

Ci affacciamo dalle terrazze del baglio-cantina e la vista spazia fino ad Erice e Trapani, alle saline, all’isola di Mothia  e all’orizzonte il sole sta tramontando dietro le Egadi. Chiaro?

Circa 450 mila bottiglie; si va dal Grillo al Traminer aromatico, dal Sauvignon blanc al Viognier e allo Zibibbo, dal Nero d’Avola al Perricone passando per il Merlot e il Syrah….

 Marsala - Cantine Fina - KikèMarco, per voi che importanza hanno i vitigni internazionali? Vedo proprio un bell’assortimento!

“Per noi l’importanza è elevata, siamo partiti dalle sperimentazioni fatte da mio padre negli anni ‘80 (Bruno Fina ha collaborato per un decennio con Giacomo Tachis, tanto per capirci) dimostrando prima ai siciliani e poi al mondo che la Sicilia è un continente vitivinicolo nel quale si poteva fare un prodotto di altissima qualità. Noi seguiamo una linearità aziendale  dunque non vogliamo fare vini alla moda, ma ricercare solo la qualità e l’eleganza”.

Questa concezione  è stata interamente  trasmessa  al “Caro Maestro”  (70% cabernet sauvignon, 25% merlot, 5% petit verdot) un uvaggio bordolese per il rosso di punta dell’azienda che passa 24 mesi in barrique e 8 in bottiglia.

Marsala - Cantine Fina - MakisèQuando si parla di continente enoico non si “babbìa” (non si scherza,ndr) a proposito dell’altro vino di punta della cantina, il Kikè (gewurztraminer al 90% e sauvignon blanc al 10%) che si presenta aromatico, profumatissimo, intensissimo al naso ma  di contro sapido, lungo, secco al palato, con bella spalla acida. Un vino completo, io lo abbino al bicchiere, mi piace così… solitario e luminoso, da aperitivo vista mare!

In cantiere anche un metodo classico, al momento in affinamento da 22 mesi da uve chardonnay e pinot noir, aspettando la sboccatura. What else?

Ma che belle etichette poi!

Marsala - Cantine Fina - MamarìMarco sorride,”  la volontà è quella di esprimere tanta sicilianità attraverso i colori e le linee che riprendono i motivi presenti nei mosaici della Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni di Palermo (Patrimonio Unesco dal 2015)”.

Marco ci tiene a concludere la nostra chiacchierata descrivendo gli ultimi arrivati in casa Fina: il Mamarì (100% sauvignon blanc) e il Makisè  (un grillo frizzante) e anche questi ultimi si fanno notare per le loro etichette accattivanti  dipinte per l’occasione dal giovane artista marsalese Chico Sparla.

Un mix di sicilianità e internazionalità, un esperimento riuscito in questo angolo di Sicilia che vale la pena di scoprire, alla prossima!

 

 

 

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