Ieri sera ho deciso di aprire ed assaggiare una tipologia di vino riguardo la quale ho sempre avuto qualche titubanza.
Ho sentito parlare molto bene di questo prodotto , e per questo ho deciso di dargli fiducia. Noto subito l’adesivo del premio Tre Bicchieri Gambero Rosso sulla bottiglia. Il vino in questione è una Falanghina del Taburno 2016, prodotta dall’azienda agricola Fontanavecchia.
Fontanavecchia sorge su una piccola collina assolata e silenziosa del Beneventano. Azienda famigliare, produce vino nella splendida zona del Taburno.
La produzione della DOC Falanghina inizia in vigna, dove le uve vengono selezionate e raccolte in cassetta, e prosegue con la vinificazione in acciaio a temperatura controllata per dodici giorni. Infine, si conclude con l’affinamento in acciaio per quattro mesi.
Lo verso nel bicchiere: ha una brillantezza inaspettata, sembra quasi ridere. Giallo paglierino, con riflessi (verdolini? La luce mi inganna un po’). Consistente, veramente bel colore.
Inoltre, complesso: subito si sente l’intenso profumo del mare, dello scoglio bagnato. La mineralità è prepotente, ma non infastidisce. Poco dopo emergono profumi di pesche nettarine e fiori di sambuco. C’è un tocco di mentolato e di erba appena tagliata.
In bocca si completa l’opera: quello che definisce questo vino è l’equilibrio. Da una parte l’alcol e la carezza della glicerina, dall’altra una abbondante freschezza e una discreta sapidità. La morbidezza di questo prodotto sorprende, e non viene minimamente tradita dalla lunghissima persistenza ed intensità. Questo vino non ti molla più.
La Falanghina Fontanavecchia è una splendida sorpresa, fa venire in mente le vacanze, il sole e la quiete. E non c’è niente di meglio a cui pensare in questo grigio inverno.
Ideale da degustare con un buon risotto ai frutti di mare.