Sono anni che a Torino c’è un piccolo grande evento dove pochi produttori in un clima di mera convivialità si recano e fanno degustare i loro prodotti. Questo evento si chiama Senza Etichetta ed il luogo è il Molo Di Lilith.
Ero andato a trovare Ezio Cerruti per assaggiare il suo meraviglioso Sol quando mi chiese: ”Sabato, vieni a Senza Etichetta?”. E’ così che conobbi questo evento, che prima non avevo mai sentito nominare, era il 2013.
Da quel giorno non persi mai un appuntamento.
Senza Etichetta viene organizzato due volte l’anno, in genere in Maggio e in Dicembre e il posto è sempre lo stesso, il Molo di Lilith.
Il Molo è un circolo ARCI, gestito in maniera sapiente da dei ragazzi che, con materiale di recupero, hanno saputo creare questo piccolo gioiello.
Questo evento, negli anni, ha visto produttori del calibro di Tenute Dettori, Azienda Crealto, Marino Colleoni, Ezio Cerruti, Andrea Tirelli, Giovanni Canonica e tanti altri.
Il creatore di questo evento, il talent scout di questi vignaioli incredibili, è uno: il giornalista Marco Arturi.
Appena arrivati al Molo, Marco ci consiglia di iniziare con i vini della zona del Carso così facciamo conoscenza con la prima new entry di quest’anno Matej Svara.
Matej ha mezzo ettaro nella parte slovena e produce Vitovska, Malvasia e Terrano, che è una sotto-varietà del Refosco. La sua Vitovska più vecchia, fa affinamento in una damigiana di 54 litri e va in bottiglia dopo un anno. Molto interessante il suo blend 70% Vitovska e 30% Malvasia.
Il tour prosegue con un’altra new entry, anch’essa della zona del carso, ma questa volta dalla parte italiana, l’azienda Milic.
I vini ci vengono presentati dalla figlia del produttore, una ragazza carina e ben preparata, vestita di un abito bordato di tappi di sughero. Ci spiega con grande passione la sua zona, i terreni rossi, le doline, la bora che è di grande aiuto per chi vuole produrre Bio, perché non permette il formarsi di marciumi e, infine, prima di arrivare agli assaggi, ci spiega che tutto viene fatto a mano, compreso l’imbottigliamento e l’etichettatura.
I loro vini sono assolutamente territoriali, la Malvasia 2015 è una poesia, al naso la pesca, il tiglio, ma anche il dattero invogliano alla beva fresca, equilibrata e lunga. Tra i rossi il loro ottimo Terrano 2015 è ricco e succoso e con un finale delicatamente speziato.
Finita la degustazione ci giriamo intorno in cerca di qualcuno meno impegnato al fine di poterlo stressare con le mie domande e troviamo l’azienda Garella che, in provincia di Biella, ha vigneti con più di 100 anni d’età su terreni porfidici. I vitigni coltivati sono principalmente Nebbiolo e Croatina. I loro non sono vini, sono capolavori che vengono commercializzati solo dopo molti anni di cantina. Ad esempio, il Numech, che in Piemontese significa Soltanto, è un nebbiolo in purezza e fa 1 anno di acciaio e 4 anni di barrique. Il Juan, dal nome del precedente proprietario, fa 2 anni in acciaio e 6 di legno ed è prodotto con il 50% di Nebbiolo, il 30% di Croatina e il restante Vespolina, Chatus e Negrera. Proprio quest’ultima varietà è stata ritrovata in queste vigne dall’Università di agraria di Torino dalla Prof.ssa Anna Schneider.
Dopo una prima serie di assaggi abbiamo sentito la necessità di prenderci una pausa per provare la cucina di Marta Becco. La farinata e la bruschetta con crema di piselli erano sensazionali.
Riprendiamo il giro con l’azienda Canlibero che produce in provincia di Benevento. Le loro etichette sono di una bellezza unica! Producono quattro vini, V for Vittorio, dedicato al figlio, è meraviglioso, un blend di 70% Trebbiano e 30% Fiano a cui fano fare 8 giorni di macerazione sulle bucce.
Allo stesso banchetto troviamo anche l’azienda Fattoria San Vito, azienda toscana in provincia di Pisa, il loro Santopietro 2015 è da sturbo! Il nome deriva dal torrente che si trova in mezzo alle vigne. Al palato ha un bellissimo frutto maturo di ciliegia che termina con una delicata nota tostata di cacao. Se lo trovate da qualche parte prendetelo!
Un’altra azienda molto interessante è Cantine Valpane, il proprietario Pietro Arditi è un genio! Trasforma vitigni come Grignolino, Freisa e Barbera in piccoli capolavori enologici. La sua Barbera “Superiore” 2004, Perlydia, è una bomba!
Proseguiamo gli assaggi con la Casa dei Cini. Clelia, la proprietaria, è un personaggio autentico, sincero e schietto, proprio come i suoi vini. L’azienda è sita in Umbria, a sud del lago Trasimeno. Hanno circa 3,5 ettari di vigna. Tra i tanti progetti, stanno cercando di riabilitare una varietà autoctona del perugino ormai estinta che si chiama Dolciame. I suoi vini sono beverini, a tutto pasto e le etichette delle bottiglie sono talmente belle che finita la bottiglia non riuscirei a buttarla. Il Malandrino 2015 è il mio preferito, un blend di Ciliegiolo, Aleatico, fogliatonda e Malvasia bianca che vengono raccolte e vinificate tutte assieme.
Di produttori bravi in questo evento ce n’erano molti, posso ricordare i ragazzi del SoloRoero, l’azienda Vigne dei Boschi e Podere Orto.
Senza Etichetta è un evento dove il vino fa da sfondo, è una scusa per stare insieme, per rivedersi, ridere e trascorrere una giornata diversa dalle altre, in una cornice informale che solo il Molo di Lilith può regalare.