Un folletto ha salvato un territorio vitivinicolo

I colli tortonesi sono noti, almeno dall’inizio del secolo scorso, in Piemonte ma forse anche fuori regione, per l’agricoltura: il pittore Pelizza da Volpedo ha ben rappresentato la protesta dei braccianti agricoli nel quadro ‘Quarto Stato’. E poi, da Volpedo arrivano le famose pesche: un nettare.
Però la vite è stata, fino a una ventina di anni fa, ai margini, per assonanza col fatto che il territorio dei colli tortonesi è al margine delle zone del Piemonte vocate per antonomasia: Monferrato, Langhe, Roero.
Poi, un folletto, dopo aver abbandonato il mondo delle corse in moto, ha deciso che la sua famiglia poteva anche smettere di produrre pesche perché la zona era vocata per un vitigno autoctono che era quasi finito nell’oblio: il Timorasso.
Folletto perché Walter Massa ha mille interessi, mille idee, mille iniziative, non sta mai fermo: si muove più veloce di quanto faccia il resto del mondo (che viaggia veloce veloce, e ce ne accorgiamo quotidianamente). Probabilmente la velocità, Walter, ce l’ha nel sangue.
E così, dopo aver approfondito le conoscenze di enologia, Walter Massa ha piantato questo vitigno, oltre al barbera (o alla barbera, come si dice in Piemonte), al freisa (alla freisa?), al moscato.
E’ un re mida, Walter: ha saputo realizzare dei grandi vini, che emozionano; ha prodotto un vino amabile, fermo, da uve Timorasso, perfetto con i dolci secchi così come con il foie gras – l’ha chiamato Pazienza, perché avrebbe dovuto diventare un Costa del Vento (uno dei suoi cru di Timorasso), ma la fermentazione si è interrotta naturalmente e contro la sua volontà dopo che ha dovuto raccogliere le uve bagnate perché continuava a piovere; ma era arrivato il punto giusto di maturazione e i grappoli non potevano rimanere altro tempo sulla pianta. Dice che gli è venuto così…
Walter ha saputo, con la sua generosità, diffondere la cultura vitivinicola perché anche altri facciano ottimi vini. Ricordo di aver ascoltato Walter dare consigli agricoli e di vinificazione ad una giovane produttrice che aveva appena iniziato a vinificare le sue uve. E ora in zona colli tortonesi ci sono altri grandi produttori di vino, come per esempio Boveri o Mariotto. E poi ci sono anche altri sperimentatori del vino, con Ricci, che sta ancora cercando una sua strada.
Vi lascio con un’immagine che secondo me riassume la generosità ma anche la passione che Walter ha per il vino e per chi il vino lo fà: Flavio Roddolo, altro grande produttore, un po’ eremita (ve ne scriverò un’atra volta), mi disse che una sera, vigilia di Natale, quando stava per andare a letto da solo, sentì suonare la porta di casa e si trovò Walter con una bottiglia in mano che voleva brindare con lui, perché a Natale è bello non essere da soli.

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